sabato 20 settembre 2008

LA STORIA

Da L'ULTIMA PARTITA, J.J. Connolly, Einaudi
Ho letto tutta la storia d'Irlanda e tutti i cazzo di libri di storia che mi capitavano a tiro perchè, punto primo, mi piacevano i fatti che raccontavano, perchè la realtà è sempre più strana della fantasia, su questo non ci piove, cazzo, per cui mentre i miei compagni andavano ai corsi serali per sgamare come funziona il cervello della gente e diventare criminali con i fiocchi, nel senso che studiavano psicologia, sociologia, teologia e tutti gli altri tipi di fottologia, io me ne stavo in cella a divorarmi i miei libri di storia. Ti dico la verità, la sera ero quasi sempre contento di rientrare in cella perchè potevo starmene per i cazzi miei con uno spinello e i miei libri.
(...) Cioè, la gente pensa che studiando la storia impari a non ripetere sempre gli stessi sbagli, fatto sta che ci ricaschiamo in continuazione, come se a noi, la specie umana, piacesse fare cazzate, o forse è quello che preferiamo.
(...) Forse sì, forse no. Cioè, i gradi imperi o le grandi nazioni vivono nella paura che l'altro li mette sotto prima di riuscirci loro, è come un cane che si morde la coda.

IL LIBRO
Questo è un bel libro "antistress", fa sorridere, pensare, emozionare ed è veramente coinvolgente. I gangster sono più simpatici dei più trendy cugini americani: sono umani, normali, hanno le loro debolezze e pagano per i loro delitti, senza essere per questo condannati in eterno. L'intreccio è perfetto e costruito molto sottilmente. L'humour è inaspettato, improvviso e molto inglese.
So che è diventato un film diretto da Matthew Vaughn ma non l'ho visto. Potrebbe rispettare lo spirito del libro se fosse simile ai film di Guy Ritchie. Fosse qualcosa tipo Pulp Fiction, avrebbe mancato il bersaglio.

Aharon Appelfeld:
Il passato in realtà, anche il passato più atroce, è difficile da separe da noi. Perquanto atroce, pieno di sofferenza e di vergogna possa essere questo passato, senza passato si è come handicappati, ti manca una parte. Senza un collegamento, senza un legame con i propri genitori, genitori, nonni, antenati, senza i valori che ti sono stati tramandati da tutti gli avi questa persona sarà sì un organismo vivente, però senza anima.

Ho sentito la psicologa Sanese in un incontro pubblico che affermava che gli studiosi hanno scientificamente provato che noi trasmettiamo ai nostri figli fino a sei generazioni di cultura. Non è liberante sapere che quello che sei ora non andrà perso?



1 commento:

merins ha detto...

mi piace la tua idea! ho linkato il tuo blog con piacere, anche io sono una lettrice accanita e conoscere cose nuove è entusiasmante...