domenica 15 gennaio 2012

LA VITA E' UN'AVVENTURA


IL BAMBINO SENZA NOME, Mark Kurzem, Piemme
Se qualcuno mi chiedesse "Che tipo è tuo padre?", trovare una risposta semplice ed esauriente mi sarebbe difficile. Pur avendo trascorsa un'intera vita insieme a lui, non sono mai riuscito a mettere davvero a fuoco la sua personalità: in lui c'è il contadino russo, timido e sempre un po' assorto, con un'aria
che sulle prime ad un estraneo può apparire ingenuità, se non di sprovvedutezza, ma anche l'uomo accorto, socievole incredibilmente pratico.
La sua inattesa comparsa sulla soglia del mio appartamento di Oxford, un pomeriggio di maggio nel 1997, mi lasciò più sconcertato che mai.

IL LIBRO
Splendido, uno dei più belli letti quest'anno. Devo dire che io ho una passione per le storie vere, le storie di famiglia, forse perchè in fondo sono pettegola e ficcanaso e nella vita vera lo nascondo molto bene o forse perchè la vita vera, un'esperienza non si può che condividere e immedesimarcisi. E' una storia di una famiglia australiana, il padre immigrato dalla Lettonia ma dopo una sua personale epopea cominciata a cinque anni che non può che commuovere e affascinare.
Tutti tentiamo di rispondere alla domanda "chi sono io" ma quando non si conoscono le radici, questa domanda diventa un vero dramma. La storia è scritta dal figlio maggiore che ha accompagnato il padre in questa ricerca. Per chi ha visto il film "Ogni cosa è illuminata" e lo ha apprezzato, la trama ha una sua similitudine ma portata all'ennesima potenza. E' il suo primo libro ed è stato subito un bestseller. Io sono convinta che se tutti scrivessimo la storia delle nostre famiglie d'origine, venderemmo di sicuro perchè la vita è davvero un'avventura. Unica pecca è qualche termine nella traduzione: nessuno chiama il cheesecake torta al formaggio! Ricordo quando mio marito chiese in un bar "un caffè irlandese", il barista si mise a ridere! Non tutti i termini lasciati in inglese rovinano la lingua italiana!

NIGERIA

L'anno delle bombe

09/01/2012 - Altre 36 vittime nel giro di due giorni. Il Paese precipita tra attacchi islamici, minacce ai cristiani e rivolte popolari per il rincaro della benzina. Una missionaria, da oltre 25 anni nel Nord a maggioranza musulmana, racconta che cosa sta accadendo

Cari amici,
sono giorni che non riesco ad aprire la posta. Qui stiamo bene, ma non manca la preoccupazione e la tristezza per i fatti che continuano ad accadere. L’anno che è appena finito è stato l’anno delle bombe. E purtroppo sembra iniziarne un altro così.
Dal Natale del 2010, centinaia di persone hanno perso la vita (le fonti ufficiali parlano di oltre 500 vittime; ndr) a causa delle esplosioni e spesso le notizie non hanno raggiunto l’Europa. A Jos (la capitale dello Stato del Plateau, che si trova a metà tra il Sud a maggioranza cristiana, e il Nord a maggioranza musulmano; ndr) le violenze sono provocate da molti fattori: etnici, politici, religiosi… Ma ora il gruppo islamico Boko Haram ha aumentato le violenze, specialmente a Maiduguri, nel Borno, e in altre zone del Nord, in particolare contro chiese cristiane del Nordest: è questa setta estremista islamica che ha messo la bomba nella chiesa vicino ad Abuja, nel giorno di Natale. E la settimana prima, in tre altre città, sono morte circa ottanta persone a causa di bombe e scontri con la polizia. In tante zone sono circolati volantini con i nomi dei luoghi “obiettivi” delle bombe, tra cui cattedrali e chiese, per cui è stato stabilito il coprifuoco.
Ora c’è la minaccia dell’ultimatum contro i cristiani che vivono qui al Nord, come noi: «Hanno tre giorni di tempo per andarsene», ha dichiarato Boko Haram. E questa è una follia, a cui nessuno vuole cedere. La gente vuole lottare per la propria libertà, perché questa è casa loro. Ed è fondamentale che non ci lasciamo determinare dalle loro minacce.
Il governo sembra essere incapace di mettere fine alla violenza di Boko Haram: il gruppo è sponsorizzato da pezzi grossi della politica, che non accettano ci sia un presidente cristiano del Sud a governare la Nigeria. Secondo il loro progetto, la Nigeria dovrebbe essere governata da un presidente musulmano del Nord. Che il gruppo estremista abbia un appoggio politico è fatto noto: nei giorni scorsi, è stato arrestato un senatore proprio per questo motivo, ma è già stato liberato. E l’obiettivo - anche se non è mai stato espresso ufficialmente - è quello di introdurre la sharia in tutto il Paese.
Quattro Stati sono stati dichiarati in stato di emergenza e lì i militari hanno il potere su tutto. Non sappiamo quanto durerà questa situazione. Ma noi dobbiamo vivere e lottare per la nostra libertà. Il clima di tensione incide molto nella vita quotidiana: si vive con la paura delle bombe e le chiese sono prese di mira. A Maiduguri e a Jos, la Messa della notte di Natale è stata celebrata alle cinque del pomeriggio e nei giorni scorsi molte chiese erano circondate da polizia e militari.
Qui nella nostra zona (un villaggio nel Nord del Paese; ndr) per ora non ci sono stati attacchi terroristici, ma tutti siamo all’erta. La gente vigila, anche fisicamente: si mette a fare guardia nei posti e nei momenti pubblici, alle messe. Perché si teme che altri episodi di violenza possano accadere. E si vive in un continuo sospetto, non ci si fida più di nessuno, perché potrebbe appartenere a Boko Haram.
Ad aggravare la situazione, è arrivata la decisione del presidente Goodluck Jonathan di togliere il sussidio per la benzina. Questo significa che il prezzo si è raddoppiato, in certe zone triplicato, in un Paese dove si vive con due dollari al giorno. Se per fare cinque chilometri prima spendevo 50 naira, oggi ne ho pagati 150. Il malcontento è fortissimo, sono già iniziate le proteste e da oggi è previsto uno sciopero generale ad oltranza. Purtroppo questa è un’altra miccia in una situazione confusa e tesa.
Tutto ciò che sta accadendo ci costringe a essere più consistenti nella nostra fede e a metterci con grande e totale fiducia nelle mani del Signore. Le tenebre non potranno mai prevalere, di questo sono totalmente convinta.
Vi auguro un anno nuovo che sia pieno della certezza che il Mistero è presente in tutto e in tutti, e che ci vuole così bene che non ci lascia neanche un secondo.
Suor Caterina

mercoledì 4 gennaio 2012

TECNICHE DI SCRITTURA CREATIVA

TONY E SUSAN, Austin Wright, Adelphi
Lui disse: Finirò nell'oblio. Nessuno saprà mai cosa ho visto, cosa ho pensato. Lei disse: Io nell'oblio ci sono già. Nessuno conosce i miei sogni, i miei pensieri.. Lui replicò: Tu non sei una scrittrice. Per te non è così importante.

Lesse riviste nella sua camera al motel perchè era importante tenere la mente attiva.Respinse le lacrime perchè era importante avere il controllo del proprio viso. Rifiutò la proposta di tornare in auto con Merton perchè era importante. Era importante riconoscere l'importanza delle cose, dato che adesso sapeva che ogni cosa importante era importante, e che niente era più importante dell'importanza.

IL LIBRO
Ricevuto in prestito da una famiglia che stimo, è davvero un libro sorprendente. In realtà sono due in uno perchè è la storia di una donna che, leggendo il manoscritto dell'opera prima del suo ex marito, riflette sulla sua vita e fronteggia la crisi di mezza età a cui tutti arriviamo: è questa la vita che volevo? sono alla fine o è possibile un nuovo inizio, pur non cambiando le circostanze? Ho appena rivisto Pomodori verdi fritti e la Bates ad un certo punto dice: "Sono troppo giovane per essere vecchia e troppo vecchia per essere giovane". Ci si ritrova. Il libro è davvero bello, la storia avvince e il finale sorprende. Cosa desiderare di più? Lo stile è perfetto, sicuramente anche grazie alla traduttrice e rivela anche l'esperienza dello scrittore, nato nel 1922 e laureato ad Harvard nel 1943, come insegnante di tecniche narrative. Non lo conoscevo ma davvero è capace di mettersi nei panni del lettore appassionato, il cui umore quotidiano è influenzato da ciò che si legge. E' sicuramente un autore da approfondire.

T. S. ELIOT
Perché le parole dell’anno passato
appartengono al linguaggio dell’anno passato
e le parole dell’anno prossimo attendono un’altra voce.
da Little Gidding


BUON ANNO A TUTTI!
( e soprattutto a Gae e alla sua famiglia!)