domenica 22 marzo 2009

GOLOSITA'

(foto di Claudio Romani)

ESTASI CULINARIE, Muriel Barbery, e/o
Nell'unione quasi mistica della mia lingua con i bignè del supermercato, con la loro pasta industriale e con lo zucchero diventato melassa, ho raggiunto Dio. poi l'ho perso, sacrificandolo per inseguire sogni di gloria che nemmeno mi appartenevano e che adesso, alle soglie della morte, per poco non me lo sottraggono di nuovo.
Dio, ossia il piacere brutale, senza compromessi, che parte dal centro di noi stessi, bada solo al nostro godimento e alla fine ritorna da dove è partito.

Il libro

L'autrice è la stessa de L'eleganza del riccio e questo è il suo primo libro. Molti sono gli elementi comuni ma l'eleganza è la stessa. Si legge piacevolmente anche se con lentezza. Se vi piacciono solo i film d'azione americani, non fa per voi. C'è come un principio fondamentale: il senso delle cose è nascosto, talvolta sembra schermato dall'abitudine, solo gli imprevisti provocano. Non sempre però gli imprevisti danno svolte positive o arrivano in tempo. La quotidianità riserva sorprese: la realtà, cioè le persone, gli eventi non sono ciò che sembrano. L'essenziale é invisibile agli occhi! (per rimanere in Francia!)



Da Il piccolo principe
La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri.
Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me, è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro, allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano... Disse la volpe: ecco il mio segreto. È molto semplice: non vedo bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.

A. De Saint-Exupéry



sabato 14 marzo 2009

IRONIA

LA CLASSE, Françoise Bégaudeau, Einaudi

Cercavo di ignorare il martello pneumatico.
-Come si chiama quando si dice il contrario di quello che si pensa facendo capire che si pensa il contrario di quello che si dice?
Sotto lo sguardo innamorato di Indira, Abdoulaye ha fatto la faccia di uno che ha un'ulcera al cervello.
- Prof, la sua domanda mi fa venire il mal di testa.
Il labbro di Mezut era ancora rosso per aver sanguinato.
-Qual è la domanda, prof?
Mera aveva cambiato gli occhiali ed era passata in prima fila.
- Forse ironia?
- Be', sì, è esattamente questo. Quando il narratore dice che gli schiavi erano trattati più umanamente agli europei che dai capi villaggio africani perchè li legavano per le caviglie e non per il collo, sta facendo dell'ironia. Provate a fare una frase ironica.
"Polo 63" a babordo.
-Sì, Bien-Aimè?
-Lei è bello.
- Grazie, ma la frase ironica?
- Lei è bello.

IL LIBRO
E' la storia autobiografica di un giovane professore di francese in una scuola media parigina, una di quelle scuole dove insegna solo chi non riesce a sistemarsi da altre parti (la "fauna" insegnanti è davvero surreale ma il preside si salva abbastanza). La maggior parte degli studenti o è francese di prima generazione o è appena immigrata, i provvedimenti disciplinari sono parecchi, i risultati positivi davvero pochi. Il tutto è raccontato senza impegni emotivi e la narrazione è davvero originale. La copertina cita "il romanzo che ha fatto disperare i professori e divertito fino alle lacrime gli studenti" ma non credo corrisponda a verità, almeno nella traduzione italiana. E' una lettura piacevole ma un insegnante Pennac è tutta un'altra cosa. Dal film è stato tratto un film e l'autore vi recita se stesso. Non l'ho visto ma amici mi hanno riferito che ne vale il biglietto.


La citazione qui sotto invece è sempre tratta dal libro. Il professore ilo brano agli alunni convinto che sia un po' troppo difficile, invece un'alunna lo recita davanti a tutti a fine anno. Forse quell'anno di scuola è valso solo per questo.

Addio Camille, torna al tuo convento, e quando sentirai quegli odiosi racconti che tanto ti hanno infastidita, rispondi loro quel che ti dico: Gli uomini sono tutti bugiardi, incostanti, falsi, chiacchieroni, ipocriti, orgogliosi e sciatti, sprezzanti e lussuriosi; le donne sono tutte perfide, artefatte, vanitose, curiose e depravate; il mondo non è che una fogna senza fondo in cui le foche più informi si arrampicano e si contorcono su montagne di fango, ma c'è nel mondo una cosa santa e sublime, ed è l'unione di due di questi esseri così imperfetti e brutti. In amore veniamo spesso ingannati, feriti e resi infelici; ma amiamo, e quando ci troviamo prossimi alla fine, ci volgiamo indietro e diciamo: spesso ho sofferto, talvolta ho sbagliato, ma ho amato. Sono io che ho vissuto, e non una creatura fittizia creata dal mio orgoglio e dalla noia.

Alfred De Musset, Con l'amore non si scherza
P.S. L'ultima foto è di Claudio Romani

domenica 8 marzo 2009

ELETTRICITA'




LE MERAVIGLIE DI ST. URBAIN STREET, Mordecai Richler, Adelphi

Mervyn Kaplanski sbucò dalla pioggia un tetro sabato pomeriggio d'agosto per informarsi sulla nostra camera in affitto. "Fa dodici dollari a settimana" disse papà "pagamento anticipato." Mervyn posò quarantotto dollari sul tavolo. Stupefatto, papà si ritirò d'un passo. "Cos'è questa fretta? Dia prima un'occhiata. Magari qui non le piace." "Voi credete nell'elettricità?" Le luci di casa erano tutte spente. "Non siamo gente taccagna." disse papà. "Ma siamo ortodossi. Oggi è shabes." "No, no, no. Tra le persone". "Lei cos'è? Un sensitivo?" "Sì. E appena sono entrato qua dentro ho sentito le vibrazioni giuste. Ciao piccolo." Mervyn mi sorrise affabilmente, ma la mano con cui mi arruffò i capelli tremava. "Star qui mi piacerà moltissimo."

Il libro.


Ho già letto di questo autore "La versione di Barney" che è un libro geniale. Questo è autobiografico. Racconta più storie di ebrei canadesi che ha conosciuto nella sua infanzia a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, delle grandi aspettative degli immigrati nei confronti dei loro figli, nati in Canada, delle tradizioni mantenute, dei profughi, della guerra, della nascita dello stato di Israele... visti dagli occhi di un ragazzino. C'è un umorismo velato, un distacco dal passato, un tentativo di non esservi coinvolto. Per chi ha sentito raccontare nella propria famiglia come si stava in Italia al tempo della guerra, il Canada sembra essere molto lontano.


UNA PORTA
Barbagliante strada svanì tra vampate di luce.
Sovra i vigneti, greve, il solleone pesa.

Ecco, repente (in sogno?) scavata entro occulte pareti,
una inattesa porta, vasta, ti s'apre innanzi.
Incenerì da tempo la fiamma del giorno i portali;
pure, un tenace stemma dura, su l'arco, in alto.

Ospite sei, varcata la soglia. « Di chi? » ti domandi;
e la campagna truce, rabbrividendo, - guardi.

Rainer Maria Rilke
N.B. Le due foto sono di Claudio Romani

domenica 1 marzo 2009

MUSICA MAESTRO!


31 CANZONI, Nick Hornby, Tea

Cerco di non credere in Dio, chiaro, ma a volte accadono cose nella musica, nelle canzoni, che mi lasciano di stucco, mi fanno voltare di scatto. Quando il totale fa più della somma delle parti, quando gli effetti ottenuti sono inspiegabili, gli atei come me cominciano a trovarsi in un territorio pericoloso. (...) Quando sostengo che si può sentire Dio in One man guy di Rufus Wainwright non intendo dire che ci sia un tizio con la barba bianca -un divino Willie Nelson, per intenderci- che sta lì a gorgheggiare con loro. E tanto meno voglio insinuare che questa partecipazione speciale all'inizio della seconda strofa provi che Gesù è morto per i nostri peccati, o che per i ricchi sarà difficile entrare nel Regno dei cieli, intendo solo dire che in alcuni momenti musicali da brividi lungo la schiena -e voi avete inevitabilmente i vostri- diventa difficile rimanere dei razionalisti (difficoltà che non trovo ascoltando musica religiosa per quanto bella possa essere). Lo invitano ammiccandogli. Ma Lui non abboccherà. Credo che abbia abbastanza amor proprio da starsene alla larga.(...) Ma non so se ci sono parole per descrivere cosa succede quando due voci diventano un tutt'uno (e la potenza, la bellezza e la pura perfezione di un semplice accordo non sono un po', come dire, Aldilà? Non c'è da meravigliarsi che Pitagora si sia lasciato tanto prendere dall'armonia.) Posso solo dire che sento cose che non ci sono, vedo e provo cose che normalmente non riesco a vedere o a provare, e comincio a rendermi conto che, sì, esiste l'immortalità dell'anima o, come minimo, una coscienza umana che ci unisce tutti, e che la vita è breve ma ha un senso. Ma, a dire il vero, oltre a questo, non credo di essere sensibile a molti altri effetti. Comunque, non ho intenzione di ascoltare troppo spesso roba come questa, non si sa mai.

Il Libro


C'è un neo: non conosco molte delle canzoni di cui parla e questo induce a saltare paragrafi o capitoli. Ma Nick Hornby è sempre lui e leggerlo è un piacere. Molto belle sono le note autobiografiche, specialmente quando racconta di suo figlio Danny, che è autistico, delle sue abitudini, o meglio fissazioni, del suo rapporto con la musica, delle preoccupazioni di un padre per il futuro di un figlio disabile... C'è un gioco inglese, o più che un gioco è una domanda tradizionale, che chiede quali siano le dieci canzoni che uno porterebbe con sè su un'isola deserta. Con l'invenzione degli mp3 la domanda è diventata retorica. Possiamo immagazzinare ore e ore di musica in macchinette minuscole da non riuscire a trovare il tempo per ascoltarle.


P.S. La voce di Bono mi fa lo stesso effetto di cui lo scrittore parla sopra, ma sono brividi di tutt'altro genere!!!

Ludwig van Beethoven
La musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza e filosofia… chi penetra il senso della mia musica potrà liberarsi dalle miserie in cui si trascinano gli altri uomini.
La musica deve far sprizzare il fuoco dallo spirito degli uomini.



p.s. le foto dei due suonatori sono di mio cognato Claudio, che ha diverse passioni: la bici, la musica folk, la fotografia... gli manca solo il tempo!