martedì 30 agosto 2011

APPROFONDIMENTO



BREVE STORIA DELLO STATO DI ISRAELE, 1948-2008, Claudio Vercelli, Carocci Editore
Israele appartiene al novero dei paesi a sviluppo avanzato. La sua economia, a regime misto, ossia in parte legata agli investimenti privati ed in parte a quelli pubblici, si fonda sulla costante evoluzione del settore "R&S", ricerca e sviluppo. Basti pensare che l'investimento in questi ambiti, ad altissimo tasso di innovazione, è pari al 4,8% del prodotto interno lordo, cifra doppia rispetto a quella, già di per sè alta, degli Stati Uniti. Tra gli ottanta e gli anni novanta si è consumata una "transizione" nella struttura produttiva del paese. Le basi della ricchezza nazionale si sono spostate dall'agricoltura e dall'industria ai servizi. In particolare modo l'attenzione continua a concentrarsi sulle telecomunicazioni, sull'informatica e l'elettronica, le biotecnologie, la difesa e tutto quanto ha a che fare con l'innovazione applicata. Da questo punto di vista lo scarto con i circostanti paesi arabi è gigantesco e, per questi ultimi, incolmabile. Israele è l'unico paese al mondo con un quarto della popolazione in possesso di una laurea.

IL LIBRO

Breve saggio sulla storia dello stato di Israele. Mi ha sempre incuriosito a livello storico del perchè sia stato "regalato" uno stato ad un popolo esiliato da quasi duemila anni ma non ho mai avuto il tempo di approfondire. Quest'estate ho trovato questo libro che è chiaro e conciso, come solo alcuni insegnanti sanno essere. E' molto utile per comprendere le ragioni di un conflitto che sembra non avere fine. Devo dire che è un libro generalmente oggettivo, non vengono nascosti gli errori commessi da uno stato ancora molto giovane ma le ragioni di alcune scelte sono ben motivate e la bibliografia è davvero vasta.

24 agosto 2011

Storie di personaggi sconosciuti, ma la cui capacità di compier

e opere di bene è molto vicina all’eroismo.

Testimoni di speranza al Meeting di Rimini

Come ogni anno al Meeting di Rimini si presentano personaggi sconosciuti, ma la cui capacità di compiere opere di bene è molto vicina all’eroismo. Guido Piccarolo, per esempio, arrivato negli Stati Uniti dieci anni fa con una laurea in economia e commercio conseguita all’Università cattolica di Milano, è stato assunto dalla Walt Disney, ma dopo aver visitato una cooperativa di disabili, sognava di mettere insieme una no-profit per aiutare disabili e persone in difficoltà.


Così desideroso di dedicarsi alla cura dei più disagiati, si è licenziato dalla Walt Disney e insieme alla collega Nancy Albin ha iniziato a prendersi cura dei reduci di guerra con disturbi da stress post traumatico e da lesioni al cervello.


Piccarolo ha quindi fondato e costituito la Los Angeles Habilitation

House (Lahh), una no-profit il cui scopo è quello di creare e gestire opportunità di lavoro per disabili, da formare e impiegare nel settore delle pulizie.


L’iniziativa ha suscitato tanto entusiasmo che la stessa Walt Disney ha contribuito con una somma di denaro per l’inizio delle attività.


In una testimonianza riportata dal giornale “Meeting Quotidiano” del 22 agosto, Chris, un reduce rimasto disoccupato e senza casa, racconta: “quando sono andato a fare il colloquio per l’assunzione a Lahh mi aspettavo semplicemente di cominciare un altro lavoro”.


“Fin dal primo giorno, però, - ha aggiunto - ho capito di aver trovato una occasione d’oro. Non mi hanno solo insegnato a pulire: mi hanno fatto scoprire una forza ed una ricchezza in me che credevo irrimediabilmente perdute”.

A luglio di quest’anno Guido Piccarolo e la Lahh sono stati premiati a Salt Lake City con l’ambito premio “Best Cleaning Industry Communication Award”.


Alla domanda sul perché e su come si origina questo impegno, Piccarolo ha spiegato: “l’unica cosa che mi dà il coraggio di guardare quello che facciamo è un amore che ho ricevuto nella mia vita. Non ho nient’altro da comunicare se non amare come io sono stato amato dall’incontro con Cristo”.

“E l’amore a questa Presenza – ha aggiunto – genera un impegno diverso nel reale: io cresco, i ragazzi cambiano e il mondo si accorge di qualcosa di nuovo”.


“Nessuno dice la parola Signore - ha concluso Piccarolo – ma vedi qualcosa nella loro vita che cambia, perché s’impatta con qualcuno che gli vuole bene. Una passione a ciò che hai incontrato che ti fa appassionare a tutto quello che il Signore ti dà”.


Un'altra storia riguarda Stefano Scaringella, un frate cappuccino chirurgo in missione in Madacascar. Oltre trent'anni fa Stefano frequentava la parrocchia di Regina Pacis a Roma, quando gli capitò di vedere un filmato con delle suore che curavano i malati. “Da allora – ha raccontato – ho capito che questa era la mia vocazione”.


Trent’anni di missione sono una esperienza dura, ma padre Stefano non ha dubbi: “Stare lì vale tutte le fatiche del mondo. Spesso capita che un medico diventi padre cappuccino, ma raramente capita l’inverso come è stato per me”.


Padre Stefano ha curato un lebbrosario ed è responsabile dell’Hospital Saint Damien ad Ambanja. Attorno a questo centro è nata una scuola per infermieri, una casa di accoglienza per bambini abbandonati, due fuoristrada equipaggiati per curare donne e minori, una scuola di agricoltura per insegnare alla popolazione un lavoro e favorire lo sviluppo.


Nel corso di un incontro insieme al dott. Raffaele Pugliese che si è svolto al Meeting di Rimini il 21 agosto, padre Stefano ha raccontato di aver trovato la risposta ai suoi molti interrogativi quando ha stretto amicizia con alcune persone del movimento di Comunione e Liberazione.


“Non mi interessa quello che fai, ma la tua amicizia”, così nacque la vocazione di padre Stefano, il quale l’anno scorso ha fondato anche l’associazione onlus Hafaliana che in magascio significa ‘la gioia’, per raccogliere finanziamenti per l’ospedale chirurgico.


(di Antonio Gaspari – Zenit.org, 23 agosto 2011)


lunedì 29 agosto 2011

LETTURE ESTIVE


IL FILO CHE BRUCIA, Jeffery Deaver, Rizzoli
"Celle a combustibile di idrogeno, biocombustibili, energia eolica, energia solare e fotovoltaica, geotermica, generatori di metano, energia mareomostrice...lo sa quanto coprono? Meno del tre per cento del fabbisogno del paese. Metà della fornitura elettrica degli Stati Uniti è prodotta dal carbone. La Algonquin utilizza il gas naturale: e siamo al venti per cento. Il nucleare copre un altro diciannove. L'energia idroelettrica totalizza il sette per cento.
Certo le fonti rinnovabili stanno crescendo. Ma molto molto lentamente. Per almeno altri cent'anni saranno una goccia nel mare energetico, se posso citare me stessa." La manager si stava accalorando sempre di più. "I costi di avviamento sono oscenamente alti, gli impianti necessari a produrre corrente sono cari e del tutto inaffidabili, e poichè i generatori sono situati di solito
lontano dalle principali aree di consumo, anche il trasporto diventa un costo pazzesco. Prenda i generatori fotovoltaici. L'energia del futuro, no? Lo sapeva che dei vari metodi per produrre energia è tra quelli che consumano più acqua? E dove si trovano gli impianti? Dove c'è più sole e quindi meno acqua."

IL LIBRO

Sarà vero? Io non ho le competenze necessarie per esprimere un parere fondato ma il punto di vista è intere
ssante e discutibile. Il libro invece è una piacevole lettura estiva, sembra proprio che questo autore mantenga il suo standard e non riesca a fallire. Buon per gli ammiratori che continuano a seguirlo. La parte più affascinante è la disabilità del detective, su sedia a rotelle, con buona parte del corpo paralizzato. Eppure la sua vita ha un senso, ha degli affetti e una grande speranza aleggia sempre nel suo laboratorio.

Dall'omelia del Papa a Madrid

Cari giovani,

con la celebrazione dell’Eucaristia giungiamo al momento culminante di questa Giornata Mondiale della Gioventù. Nel vedervi qui, venuti in gran numero da ogni parte, il mio cuore si riempie di gioia pensando all’affetto speciale con il quale Gesù vi guarda. Sì, il Signore vi vuole bene e vi chiama suoi amici

(cfr Gv 15,15). Egli vi viene incontro e desidera accompagnarvi nel vostro cammino, per aprirvi le porte di una vita piena e farvi partecipi della sua relazione intima con il Padre. Noi, da parte nostra, coscienti della grandezza del suo amore, desideriamo corrispondere con ogni generosità a questo segno di predilezione con il proposito di condividere anche con gli altri la gioia che abbiamo ricevuto. Certamente, sono molti attualmente coloro che si sentono attratti dalla figura di Cristo e desiderano conoscerlo meglio. Percepiscono che Egli è la risposta a molte delle loro inquietudini personali. Ma chi è Lui veramente? Come è possibile che qualcuno che ha vissuto sulla terra tanti anni fa abbia qualcosa a che fare con me, oggi?


giovedì 4 agosto 2011

IL MIO NOME E' ASHER LEV, Chaim Potok, Garzanti
"Una vita dovrebbe essere vissuta per amore del cielo. Un uomo non è migliore di un altro perchè è un medico e l'altro un calzolaio. Un uomo non è migliore di un altro perchè uno è un avvocato e l'altro è un pittore. Una vita la si misura in base a come è vissuta nell'amore del cielo. Mi capisci, Asher Lev?"
"Sì, Rebbe."
"Ma c'è chi questo non lo capisce."
Restai in silenzio.
"Ci sono persone che tu ami e che ti amano, e che questo non lo accettano. Asher, onorare tuo padre è uno dei Dieci Comandamenti."
"Sì, Rebbe."
(...)
"Tutto è nelle mani del cielo, tranne il timore del cielo", citò. "Cosa posso dirti, mio Asher? Non so cosa abbia in serbo per noi il Padrone dell'Universo. Alcune cose sono date, ed è comèpito dell'uomo utilizzarle per portare la bontà nel mondo. Il Padrone dell'Universo ci dà qualche barlume, solo barlumi. Tocca a noi aprire bene gli occhi."
Tacqui.
"Asher Lev. Mio Asher Lev. Jacob Kahn mi dice che presto sarai pronto per mostrarti al mondo. Le sue parole sono per me un barlume, una luce. Dico a me stesso, Asher Lev sarà un grande artista. Viaggerà per il mondo in cerca di idee e di persone. I grandi artisti fanno del mondo intero la loro casa. Hai già cominciato a viaggiare. E io mi dico che in Europa ci sono grandi musei. Ci sono grandi musei in Russia. Sai che c'è l'Ermitage a Leningrado e il museo a Mosca. La Russia è una terra ricca d'arte e un giorno desidererai viaggiare sin là. Questo è per me un barlume, Asher Lev. Sto cercando di aprire bene i miei occhi per vedere. Ti dirò cosa mi disse una volta mio padre, possa riposare in pace. I semi devono essere gettati dappertutto. Solo alcuni daranno frutti. Ma non ci sarebbero i frutti dei pochi se non ne fossero stati seminati i molti. Capito, mio Asher?"

IL LIBRO

Splendido. Era tanto che non leggevo un libro veramente bello, di quelli che non spariscono dalla tua mente una volta chiuse le pagine. La storia è originalissima, bellissimi i riferimenti all'arte ed è così accattivante che si vorrebbero vedere davvero i quadri. Al mondo manca davvero un artista come il personaggio del libro.

UN ALTRO GRANDE SCRITTORE (post rubato dal blog "I Limoni")

"Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell'ossicino, l'uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti.
Così per un certo periodo ho fatto un
piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che

conoscevo. Voglio dire, quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L'ho dichiarato disperso finché l'ho visto nel cortile della scuola. Subito l'idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona".

David Grossman, da Che tu sia per me il coltello