martedì 29 dicembre 2009

IDEALI E PASSIONI


IL TESTAMENTO DI MAMMA, Anna Fine, Sonzogno.
Niente male, anche per qualcuno che aveva passato tutta la vita a fare della cattiveria una forma d'arte. Nessuna meraviglia, quindi, che non avesse trovato il tempo per un lavoro o un hobby: aveva devoluto ogni secondo a covare rancori e a fomentare il malanimo. In questi due ambiti, bisognava concederglielo, si era data un gran da fare. Era quasi ammirevole. Il livello di impegno in questa sua vocazione era stato tale che, alla stregua di una martire del passato, era pronta a sfruttare per la causa perfino la propria morte e il proprio funerale. Fino all'ultimo respiro, insomma.

IL LIBRO
L'azione è ridotta al minimo, sembra non capitare niente. Protagonista è la monotonia di una vita da perdente, solitaria, senza speranza o rimpianti, una vita piatta, comune a tutti i personaggi. Eppure qualcosa succede, ci sono degli incontri che fanno vedere le cose con occhio diverso, qualcosa cambia, acquista significato. Credo che la traduzione abbia un po' rovinato il romanzo, ci sono delle note umoristiche ma in italiano vengono un po' velate. Anna Fine comunque è un'ottima scrittrice, forse nota più per i libri per bambini (suo è la Mrs Doubtfire, che ancora mi diverte guardare), inglese nel senso classico del termine: poca azione, ottima ricerca lessicale, straordinarietà nella quotidianità. Ho appena visto il film documentario Grizzly man dove un uomo dà la sua vita per salvare gli orsi: lì c'era passione ma per un ideale molto discutibile, nei personaggi del libro mancano sia ideali cha passioni.
P.S. Buon anno a tutti!!!


L'UOMO CATTIVO

Era un uomo cattivo,
ma cattivo, cattivo, cattivo,
eppure così cattivo il Signore lo salvò:
quando si alzava la mattina
tutto gli dava fastidio
a cominciare dalla luce,
perfino il latte col caffè.
Ma un dì si chiese
Chi era che gli dava la vita,
un dì si chiese
Chi era che gli dava l’amor.
«Chi se ne frega della vita!
Chi se ne frega dell’amore!»‚
lui ripeteva queste cose,
ma gli faceva male il cuore.
Ed il Signore dal cielo
tanti regali gli mandava,
lui li guardava appena,
anzi alle volte poi si lamentava.
Ma un dì si chiese
Chi era che gli dava la vita,
un dì si chiese
Chi era che gli dava l’amor.
Poi un giorno vide un bambino
che gli sorrideva,
vide il colore dell’uva
e la sua nonna che pregava,
poi vide ch’era cattivo
e tutto sporco di nero,
mise una mano sul cuore
e pianse quasi tutto un giorno intero.
E Dio lo vide e sorrise,
gli tolse quel suo dolore,
poi gli donò ancor più vita,
poi gli donò ancor più amor…
Era un uomo cattivo,
ma cattivo, cattivo, cattivo,
eppure così cattivo il Signore lo salvò

CLAUDIO CHIEFFO

sabato 26 dicembre 2009

IDENTITA' RUBATE


LA FINESTRA ROTTA, Jefferey Deaver, Rizzoli

Okay... Qualche anno fa ero un medico. Vivevo nel Connecticut, avevo una moglie e due bambini meravigliosi. Soldi in banca, piano pensionistico, casa per le vacanze. Una vita comoda. Ero felice. Ma poi è successa una cosa strana. Niente di grave, a prima vista. Ho richiesto una nuova carta di credito, per accumulare miglia nel mio programma frequent flyer. Guadagnavo trecentomila dollari l'anno. Non ero mai andato in rosso, non avevo mai tardato con il pagamento del mutuo in tutta la mia vita. Ma la mia richiesta venne rifiutata. Ho pensato: si saranno sbagliati. Ma la compagnia disse che ero un "rischio di credito", dato che avevo traslocato tre volte negli ultimi sei mesi. Solo che non avevo traslocato affatto. Qualcuno aveva preso il mio nome, il mio numero della Social Security e quello della carta di credito e aveva affittato appartamenti fingendosi me. poi non pagava l'affitto. Ma solo dopo aver comprato merce per centinaia di migliaia di dollari ed essersela fatta consegnare a quegli indirizzi.

IL LIBRO

Primo libro che leggo di questo autore supernoto. C'è una sua foto: sembra lui uno dei suoi serial killer. Non ho mai visto uno dei film, tratti dai suoi thriller, non sono il mio genere e passerei molto tempo ad evitare di guardare lo schermo. I libri invece sono meno paurosi, puoi sempre avere una pausa per riprenderti. Certo che lo scrittore ci sa fare. La cosa più accattivante è il tipo di indagine che sta dietro la scoperta del colpevole. Il detective che dirige tutta l'operazione è infatti un disabile all'ennesima potenza, paralizzato dal collo in giù a seguito di un incidente, eppure affascinante, tant'è che ha pure una compagna, innamorata di lui. La storia del furto di identità, della mancanza di privacy, ora che siamo tutti nella rete e persino i supermercati (grazie alle raccolte punti) conoscono i nostri gusti, è davvero intrigante e invita a rifletterci sopra. Nella nota dell'Autore infatti Deaver scrive: "Ehi, mi raccomando: tenete d'occhio la vostra identità. Se non lo fate voi, lo farà parecchia altra gente."

BUON NATALE!

Leggermente in ritardo vi faccio i miei auguri con questa poesia che ho trovato su http://www.sussidiario.net/. Auguri!






EMANUELE

Nell’ombra dei secoli si è ormai dileguata quella notte in cui, stanca di male e di affanno, la terra posò nelle braccia del cielo, e nel silenzio nacque Dio-è-con-noi.

Molte cose oggi non sono, che erano possibili ieri: i re più non scrutano il cielo, e i pastori non ascoltano nel deserto come gli angeli parlino del Signore.

Ma ciò che di eterno in quella notte fu rivelato non può essere ormai più corrotto dal tempo; e il Verbo nato in quell’evo remoto, sotto a una greppia, ti rinasce nuovo nell’anima.

Sì – Dio è con noi: ma non già sotto l’azzurro padiglione, non al di là dei confini dei mondi innumerevoli, non nel perfido fuoco, e non nel fiato delle tempeste, non chiuso nella sopita memoria dei secoli.

È qui Egli, adesso; e tra l’effimera vanità, nel torrente torbido delle ansie della vita, tu possiedi un segreto onnigioioso: - impotente è il male, e eterni noi siamo: Dio è con noi.

Vladimir S. Solov’ëv



giovedì 10 dicembre 2009

OCCORRE UNA GRANDE GRAZIA


LA FIGLIA DEL PARTIGIANO, Louis De Bernieres, Longanesi

Leggeva ostentatamente Baudelaire davanti agli ospiti dei suoi genitori, quando loro si aspettavano che si mostrasse cordiale, e anche libri di psicologia. Io avevo già sentito nominare questo Baudelaire ma di lui non sapevo niente, e così dopo ero andato a cercarmelo. Temo di avere una predilezione particolare per le poesie che parlano di gatti, e ce n'è una davvero notevole su una carogna. Si era messa a leggere Freud e aveva accusato suo padre di essere un ritentivo anale. Lui si era limitato a rispondere: "Vieni in bagno dopo che ho cagato, e vedrai che ti darò prova del contrario." Dovetti andarmi a cercare anche "ritentivo anale", anche se devo ammettere che in seguito non è che mi sia tornato particolarmente utile.

IL LIBRO
Un incontro tra due persone, due mondi diversi, due vite insoddisfatte. Un'attrattiva che si trasforma in ascolto, un racconto di esperienze che vuole essere liberatorio. Una moderna Sherazade che racconta la propria vita, un anonimo commesso viaggiatore che spera in un avvenimento. Niente arriva a buon fine, un'ubriacatura cancella ogni speranza. Capita spesso nella letteratura inglese e irlandese, e di conseguenza nei loro film, che le persone si comportino, durante una sbronza, come se non fossero più loro stesse e l'essere ubriache è la scusa per non assumersi la responsabilità dell'accaduto. Da noi di solito è un aggravante, rende più violenti o intontisce ma non è mai una scusante. Forse è più difficile che persone "normali" esagerino così tanto con l'alcol da perdere il controllo delle proprie azioni. Il libro può comunque far parte dei consigliabili. L'autore è lo stesso de Il mandolino del capitano Corelli che Julia Roberts stava leggendo nella scena finale del film Notting Hill, mentre divideva beatamente la panchina con Hugh Grant. Non ho letto l'altro libro, ho visto però il film, la storia era davvero notevole. Qui manca la stessa profondità storica e dubito fortemente che possa diventare un film.


Da Il Pranzo di Babette

Tanta è la nostra umana stoltezza e imprevidenza che immaginiamo la grazia divina essere finita.
E perciò tremiamo...
Ma viene il giorno in cui i nostri occhi si aprono e vediamo e capiamo che la grazia è invece infinita.
La grazia, amici miei, ci chiede soltanto di aspettarla con fiducia e di accoglierla con riconoscenza.
Karen Blixen