


E' una raccolta commentata di brani tratti dai libri che sto leggendo, una specie di antologia sul web.
13 settembre 2011 — pagina 13 sezione: MILANO
Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente?
Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orec
chio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.
Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini.
Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.
E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.
Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.
E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.
Alessandro D'Avenia
24 agosto 2011
Storie di personaggi sconosciuti, ma la cui capacità di compier
e opere di bene è molto vicina all’eroismo.
Testimoni di speranza al Meeting di Rimini
Come ogni anno al Meeting di Rimini si presentano personaggi sconosciuti, ma la cui capacità di compiere opere di bene è molto vicina all’eroismo. Guido Piccarolo, per esempio, arrivato negli Stati Uniti dieci anni fa con una laurea in economia e commercio conseguita all’Università cattolica di Milano, è stato assunto dalla Walt Disney, ma dopo aver visitato una cooperativa di disabili, sognava di mettere insieme una no-profit per aiutare disabili e persone in difficoltà.
Così desideroso di dedicarsi alla cura dei più disagiati, si è licenziato dalla Walt Disney e insieme alla collega Nancy Albin ha iniziato a prendersi cura dei reduci di guerra con disturbi da stress post traumatico e da lesioni al cervello.
Piccarolo ha quindi fondato e costituito la Los Angeles Habilitation
House (Lahh), una no-profit il cui scopo è quello di creare e gestire opportunità di lavoro per disabili, da formare e impiegare nel settore delle pulizie.
L’iniziativa ha suscitato tanto entusiasmo che la stessa Walt Disney ha contribuito con una somma di denaro per l’inizio delle attività.
In una testimonianza riportata dal giornale “Meeting Quotidiano” del 22 agosto, Chris, un reduce rimasto disoccupato e senza casa, racconta: “quando sono andato a fare il colloquio per l’assunzione a Lahh mi aspettavo semplicemente di cominciare un altro lavoro”.
“Fin dal primo giorno, però, - ha aggiunto - ho capito di aver trovato una occasione d’oro. Non mi hanno solo insegnato a pulire: mi hanno fatto scoprire una forza ed una ricchezza in me che credevo irrimediabilmente perdute”.
A luglio di quest’anno Guido Piccarolo e la Lahh sono stati premiati a Salt Lake City con l’ambito premio “Best Cleaning Industry Communication Award”.
Alla domanda sul perché e su come si origina questo impegno, Piccarolo ha spiegato: “l’unica cosa che mi dà il coraggio di guardare quello che facciamo è un amore che ho ricevuto nella mia vita. Non ho nient’altro da comunicare se non amare come io sono stato amato dall’incontro con Cristo”.
“E l’amore a questa Presenza – ha aggiunto – genera un impegno diverso nel reale: io cresco, i ragazzi cambiano e il mondo si accorge di qualcosa di nuovo”.
“Nessuno dice la parola Signore - ha concluso Piccarolo – ma vedi qualcosa nella loro vita che cambia, perché s’impatta con qualcuno che gli vuole bene. Una passione a ciò che hai incontrato che ti fa appassionare a tutto quello che il Signore ti dà”.
Un'altra storia riguarda Stefano Scaringella, un frate cappuccino chirurgo in missione in Madacascar. Oltre trent'anni fa Stefano frequentava la parrocchia di Regina Pacis a Roma, quando gli capitò di vedere un filmato con delle suore che curavano i malati. “Da allora – ha raccontato – ho capito che questa era la mia vocazione”.
Trent’anni di missione sono una esperienza dura, ma padre Stefano non ha dubbi: “Stare lì vale tutte le fatiche del mondo. Spesso capita che un medico diventi padre cappuccino, ma raramente capita l’inverso come è stato per me”.
Padre Stefano ha curato un lebbrosario ed è responsabile dell’Hospital Saint Damien ad Ambanja. Attorno a questo centro è nata una scuola per infermieri, una casa di accoglienza per bambini abbandonati, due fuoristrada equipaggiati per curare donne e minori, una scuola di agricoltura per insegnare alla popolazione un lavoro e favorire lo sviluppo.
Nel corso di un incontro insieme al dott. Raffaele Pugliese che si è svolto al Meeting di Rimini il 21 agosto, padre Stefano ha raccontato di aver trovato la risposta ai suoi molti interrogativi quando ha stretto amicizia con alcune persone del movimento di Comunione e Liberazione.
“Non mi interessa quello che fai, ma la tua amicizia”, così nacque la vocazione di padre Stefano, il quale l’anno scorso ha fondato anche l’associazione onlus Hafaliana che in magascio significa ‘la gioia’, per raccogliere finanziamenti per l’ospedale chirurgico.
(di Antonio Gaspari – Zenit.org, 23 agosto 2011)
Cari giovani,
con la celebrazione dell’Eucaristia giungiamo al momento culminante di questa Giornata Mondiale della Gioventù. Nel vedervi qui, venuti in gran numero da ogni parte, il mio cuore si riempie di gioia pensando all’affetto speciale con il quale Gesù vi guarda. Sì, il Signore vi vuole bene e vi chiama suoi amici
(cfr Gv 15,15). Egli vi viene incontro e desidera accompagnarvi nel vostro cammino, per aprirvi le porte di una vita piena e farvi partecipi della sua relazione intima con il Padre. Noi, da parte nostra, coscienti della grandezza del suo amore, desideriamo corrispondere con ogni generosità a questo segno di predilezione con il proposito di condividere anche con gli altri la gioia che abbiamo ricevuto. Certamente, sono molti attualmente coloro che si sentono attratti dalla figura di Cristo e desiderano conoscerlo meglio. Percepiscono che Egli è la risposta a molte delle loro inquietudini personali. Ma chi è Lui veramente? Come è possibile che qualcuno che ha vissuto sulla terra tanti anni fa abbia qualcosa a che fare con me, oggi?