giovedì 4 agosto 2011

IL MIO NOME E' ASHER LEV, Chaim Potok, Garzanti
"Una vita dovrebbe essere vissuta per amore del cielo. Un uomo non è migliore di un altro perchè è un medico e l'altro un calzolaio. Un uomo non è migliore di un altro perchè uno è un avvocato e l'altro è un pittore. Una vita la si misura in base a come è vissuta nell'amore del cielo. Mi capisci, Asher Lev?"
"Sì, Rebbe."
"Ma c'è chi questo non lo capisce."
Restai in silenzio.
"Ci sono persone che tu ami e che ti amano, e che questo non lo accettano. Asher, onorare tuo padre è uno dei Dieci Comandamenti."
"Sì, Rebbe."
(...)
"Tutto è nelle mani del cielo, tranne il timore del cielo", citò. "Cosa posso dirti, mio Asher? Non so cosa abbia in serbo per noi il Padrone dell'Universo. Alcune cose sono date, ed è comèpito dell'uomo utilizzarle per portare la bontà nel mondo. Il Padrone dell'Universo ci dà qualche barlume, solo barlumi. Tocca a noi aprire bene gli occhi."
Tacqui.
"Asher Lev. Mio Asher Lev. Jacob Kahn mi dice che presto sarai pronto per mostrarti al mondo. Le sue parole sono per me un barlume, una luce. Dico a me stesso, Asher Lev sarà un grande artista. Viaggerà per il mondo in cerca di idee e di persone. I grandi artisti fanno del mondo intero la loro casa. Hai già cominciato a viaggiare. E io mi dico che in Europa ci sono grandi musei. Ci sono grandi musei in Russia. Sai che c'è l'Ermitage a Leningrado e il museo a Mosca. La Russia è una terra ricca d'arte e un giorno desidererai viaggiare sin là. Questo è per me un barlume, Asher Lev. Sto cercando di aprire bene i miei occhi per vedere. Ti dirò cosa mi disse una volta mio padre, possa riposare in pace. I semi devono essere gettati dappertutto. Solo alcuni daranno frutti. Ma non ci sarebbero i frutti dei pochi se non ne fossero stati seminati i molti. Capito, mio Asher?"

IL LIBRO

Splendido. Era tanto che non leggevo un libro veramente bello, di quelli che non spariscono dalla tua mente una volta chiuse le pagine. La storia è originalissima, bellissimi i riferimenti all'arte ed è così accattivante che si vorrebbero vedere davvero i quadri. Al mondo manca davvero un artista come il personaggio del libro.

UN ALTRO GRANDE SCRITTORE (post rubato dal blog "I Limoni")

"Ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte né brucia nel fuoco. Da lì, da quell'ossicino, l'uomo verrà ricreato al momento della resurrezione dei morti.
Così per un certo periodo ho fatto un
piccolo gioco: cercavo di indovinare quale fosse il luz delle persone che

conoscevo. Voglio dire, quale fosse l'ultima cosa che sarebbe rimasta di loro, impossibile da distruggere e dalla quale sarebbero stati ricreati. Ovviamente ho cercato anche il mio, ma nessuna parte soddisfaceva tutte le condizioni. Allora ho smesso di cercarlo. L'ho dichiarato disperso finché l'ho visto nel cortile della scuola. Subito l'idea si è risvegliata in me e con lei è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona".

David Grossman, da Che tu sia per me il coltello

2 commenti:

Graciete ha detto...

Stupendi i libri di Potok, ti consiglio di leggerne altri seguendo l'ordine in cui li ha scritti:
Danny l'eletto (1983), La scelta di Reuven (1987), L'arpa di Davita (1989), Il mio nome è Asher Lev (1991), Il dono di Asher Lev (1992).
Sono tutti concatenati, L'arpa Davita mi è piaciuto meno, Danny l'eletto e i due di Ascher Lev bellissimi, le successive opere pubblicate fino alla sua morte non mi hanno entusiasmato come Asher Lev.
Mi colpiva il tempo che dedicava al guardare i quadri, al punto tale da essere tutt'uno con loro.

riri ha detto...

Non ho mai letto questo autore, ma rimedierò:-) Un saluto da Torino..girovagando sul web ti ho trovata da Annarita.