venerdì 29 luglio 2011

DI FRONTE AD UNA SCELTA

LA SCELTA DI REUVEN, Chaim Potok, Garzanti
"Per la matematica tu sottrai tempo allo studio del Talmud?" Abe Greenfield non disse nulla. Si grattò un lato del viso e rimase in sospeso, sostenendo lo sguardo di Rav Kalman e non dicendo nulla.
"Chi può fare una cosa simile?"
Abe Greenfield non disse nulla.
"Chi può avere il coraggio di fare una cosa simile?"
Vidi Abe Greenfield raddrizzare la schiena e irrigidirsi al suo posto. I suoi occhi sembrarono sporgere leggermente dietro le lenti. E ancora non disse nulla.
"Hai compiuto una scelta, sì?" disse Rav Kalman con voce fredda. "Ti stava di fronte una scelta fra la Ghemora e la matematica,e hai scelto matematica. Sì? Tu capisci che cosa comporta compiere una scelta, Greenfield? Una scelta comunica al mondo cos'è più importante per un essere umano. Quando un uomo ha una scelta da compiere, sceglie cosa è importante per lui, e quella scelta comunica al mondo qual specie d'uomo egli sia. Tu mi capisci, Greenfield?"

IL LIBRO

E sono arrivata al secondo della trilogia, pronta a leggere anche il terzo. La cultura ebraica continua ad affascinarmi. Ogni libro apre un nuovo capitolo sulla storia di questo popolo e, in questo caso, c'è qualcosa che per me è completamente nuovo. Dopo la seconda guerra mondiale, molti dei sopravvissuti allo sterminio nazista emigrano negli Stati Uniti. Gli ebrei americani si mescolano agli ebrei "del ghetto", come vengono definiti dall'autore, e il secolarismo incontra i più integrali. La sofferenza dei secondi non accetta l'apparente superficialità americana, e i "modernisti" non hanno nessuna intenzione di tornare indietro nel tempo. Il metodo educativo è comunque affascinante. Se si lascia l'individuo libero di scegliere si può cogliere ciò che l'altro vuole veramente. E' quello che mi capita spesso di fare con le figlie. osservarle nelle loro scelte. Ciò non toglie che spesso letteralmente mi facciano inorridire!

I'VE JUST SEEN A FACE
I've just seen a face,
I can't forget the time or place
That we'd just met, she's just the girl for me

And I want all the world to see we've met Mmm, mmm, mmm, mmm mmm mmm

Had it been another day
I might have looked the other way
But I had never been aware
And as it is I dream of her tonight
La, di, di, da di di

Falling, yes I am falling
And she keeps calling me back again

I have never known
The likes of this, I've been alone
And I have missed things and kept out of sight
But other girls were never quite like this
Mmm, mmm, mmm, mmm mmm mmm

Falling, yes I am falling
And she keeps calling me back again

I've just seen a face
I can t forget the time or place
And we'd just met, she's just the girl for me
And I want all the world to see we've met
Mmm, mmm, mmm, la di di

Falling, yes I am falling
And she keeps calling me back again
THE BEATLES

martedì 19 luglio 2011

RELAZIONI BIUNIVOCHE


DANNY L'ELETTO, Chaim Potok, Garzanti
"Non posso crederci, ecco," ripetei. "Questa settimana mi ha dato il senso d'essersi svolta su un altro pianeta. L'ospedale, le persone che ci ho conosciuto, Tony Savo, il p
iccolo Mickey, Billy...tutto per via d'una p
artita di baseball."
Mio padre sorseggiava il tè, e mi guardò senza scostare le labbra dal bicchiere. Non disse nulla, ma continuò a osservarmi intensamente.
"Non capisco," soggiunsi. "Passano settimane e settimane, un Sabato dopo l'altro, e io sono sempre lo stesso, non cambia niente, e un giorno succede qualcosa all'improvviso, e tutto sembra diverso."
"Diverso? Che significa diverso?"
Gli spiegai le impressioni che avevo provato quel pomeriggio, nel rientrare in casa dall'ospedale. Lui ascoltò tranquillamente, sempre sorseggiando il tè. Quando ebbi finito di parlare, vidi che sorrideva. Posò il bicchiere, sospirò e disse: "Reuven, è una tragedia che non sia viva tua madre per..." A questo punto gli mancò la voce. Tacque un momento. Poi guardò l'orologio sulla mensola accanto al frigorifero. "Abbiamo fatto parecchio tardi," disse. "Domani riprenderemo il discorso."
"Sì, abba."
"Reuven..."
"Eh?"
"No, non importa. Va' a dormire. Io mi trattengo ancora un poco e prendo un ultimo bicchiere di tè."
Lo lasciai seduto dava
nti al tavolo di cucina, con gli occhi fissi sulla tovaglia bianca.

IL LIBRO
Finalmente ho iniziato a leggere Potok. Molte amiche me lo avevano suggerito ma non ne avevo ami avuto l'occasione. Siamo nel mondo degli ebrei d'America, sta per finire la seconda guerra mondiale, non si possono più nascondere gli orrori dell'Olocausto, sta per nascere lo stato d'Israele. Si narra
dell'amicizia tra due ragazzi di due comunità ebraiche differenti, ortodossi entrambi, perchè figli di rabbini, ma di tradizioni differenti. Entrambi prendono seriamente i comandamenti, rispettano i loro padri che hanno due visioni completamente diverse sull'educazione dei loro figli. Ci saranno scontri e incontri ma in tutta la storia è la serietà nei rapporti che vince: tra genitori e figli, tra professori e studenti, tra la tradizione e i giovani, tra gli amici stessi. Quello ebraica è una cultura affascinante e, in un certo senso, non lontana da noi cristiani. Notevole l'elogio al silenzio di uno dei due rabbini.

LOVE REIGNS OVER ME
Only love
Can make it rain
The way the beach is kissed by the sea.
Only love
Can make it rainLike the sweat of lovers'
Laying in the fields.
Love,
Reign over me.
Love,
Reign over me, rain on me.
Only love
Can bring the rain
That makes you yearn to the sky.
Only love
Can bring the rain
That falls like tears from on high.
Love,
Reign over me.
Love,
Reign over me, rain on me.
On the dry and dusty road
The nights we spend apart alone
I need to get back home to cool cool rain.
The nights are hot and black as ink
I can't sleep and I lay and I think
Oh God, I need a drink of cool cool rain.
Love,
Reign over me.
Love, Reign over me, rain on me.
THE WHO

domenica 10 luglio 2011

LETTURE LEGGERE


IL CLUB DELLE SORPRESE, Milly Johnson, Corbaccio
"E' un buon matrimonio, il tuo?"
"Il migliore" disse George, quasi in lacrime, "Mi dispiace tanto, non ho pensato sul serio a quello che poteva succedere e lei non smette di piangere. Le ho rovinato la vita. Ogni volta che la vedo vorrei dirle che mi dispiace."
"Be', quando qualcuno che non è il Signore cerca di giocare a fare Dio, di solito quello che riesce a cavarne è solo un mucchio di guai" disse padre McBride.
George avrebbe preferito che il prete gli avesse dato una bella pedata. Avrebbe fatto meno male di quelle parole. Aveva ragione però: aveva preso la vita di Janey e l'aveva condizionata. Aveva giocato a fare Dio.
"Che guaio ho combinato" disse "Vorrei solo poter sistemare tutto."
"Non mi stai dicendo che vi sbarazzerete del bambino, vero?" chiese allarmato il vecchio prete
"No, no, non lo faremmo mai"disse George con l'aria sbigottita "Volevo solo dire, vorrei poter tornare indietro, ecco."
"Be', il viaggio nel tempo, purtroppo, non è nelle tue possibilità, figliolo."
IL LIBRO
Il libro è di quelli poco impegnativi, che si leggono in pochi giorni. Scritto da una donna, trama molto femminile, è una versione più leggera dei diari di Bridget Jones. La cosa bella è la positività che vi si respira, il lieto fine è obbligatorio.

SOMETIMES YOU CAN'T MAKE IT ON YOUR OWN
Tough, you think you've got the stuffYou're telling me and anyone
You're hard enough

You don't have to put up a fight
You don't have to always be right
Let me take some of the punches
For you tonight

Listen to me now
I need to let you knowYou don't have to go in alone

And it's you when I look in the mirror
And it's you when I don't pick up the phone
Sometimes you can't make it on your own

We fight all the time
You and I... that's alright
We're the same soul
I don't need... I don't need to hear you say
That if we weren't so alike
You'd like me a whole lot more

Listen to me now
I need to let you know
You don't have to go it alone
And it's you when I look in the mirror
And it's you when I don't pick up the phone
Sometimes you can't make it on your own

(This is it)
I know that we don't talk
I'm sick of it all
Can, you, hear, me, when, I, sing
You're the reason I sing
You're the reason why the opera is in me

Well hey now, still gotta let ya know
A house doesn't make a home
Don't leave me here alone

And it's you when I look in the mirror
And it's you that makes it hard to let go
Sometimes you can't make it on your own
Sometimes you can't make it
Best you can do is to fake it
Sometimes you can't make it on your own
U2

mercoledì 6 luglio 2011

PUNTI DI VISTA

- Il bambino cieco nella scuola dell'infanzia e dell'obbligo,G. Accorsini, Armando editore
- Toccare l'arte, A. Bellini (a cura di), Armando editore
- Disabilità visiva, C. Bonfiglioli, M. Pinelli, Erickson

Qual è la differenza tra il richiamare alla memoria un concetto astratto o un'esperienza vissuta? Nel primo caso è il nome che fa da supporto alla memoria: il nome si associa ad una serie di nozioni sbiadite ed indifferenti; nel secondo caso il supporto della memoria è un'immagine percettiva che ricordiamo in maniera concreta e palpabile, che conserva la ricchezza della prima esperienza e riesce a catalizzare questo insieme di altri ricordi percettivi, concettuali ed affettivi.

I LIBRI

L'anno prossimo ricomincerò con la classe prima e avrò un'alunna non vedente. Tante sono le preoccupazioni e la prima è la mia non adeguatezza. Così mi sto dando da fare ed è bello rimettersi in gioco. A settembre inizierò un corso all'Istituto dei Ciechi di Milano insieme alla mia collega di classe ma, adesso che ho davvero più tempo, ho cominciato a raccogliere informazioni ed idee. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità la cecità è l'handicap più grave, il nostro modo di apprendere infatti è tutto basato sugli stimoli visivi e sull'imitazione. Anche il nostro ambiente antropico è tutto costruito per persone che ci vedono. Sarà una bella sfida!

MY BODY IS A CAGE
My body is a cage that keeps me
From dancing with the one I love
But my mind holds the key

My body is a cage that keeps me
From dancing with the one I love
But my mind holds the key

I'm standing on a stage
Of fear and self-doubt
It's a hollow playBut they'll clap anyway

My body is a cage that keeps me
From dancing with the one I love
But my mind holds the key

You're standing next to me
My mind holds the key

I'm living in an age
That calls darkness light
Though my language is dead
Still the shapes fill my head

I'm living in an age
Whose name I don't know
Though the fear keeps me moving
Still my heart beats so slow

My body is a cage that keeps me
From dancing with the one I love
But my mind holds the key

You're standing next to me
My mind holds the key
My body is a

My body is a cage
We take what we're given
Just because you've forgotten
That don't mean you're forgiven

I'm living in an age
That screams my name at night
But when I get to the doorway
There's no one in sight

My body is a cage that keeps me
From dancing with the one I love
But my mind holds the key

You're standing next to me
My mind holds the key

Set my spirit free
Set my spirit free
Set my body free
ARCADE FIRE

sabato 25 giugno 2011

DONI SPECIALI

FRATELLO UNICO, Karl Taro Greenfeld, Piemme
Noah è su tutte le furie, ribalta il tavolo del salotto, tira la coda al gatto, tira i miei capelli, caga sul tappeto. E' senza camicia, grida, si picchia un pugno in testa, si graffia le braccia. Ha un aspetto sofferente, arrabbiato, pazzo, ferito, penoso, ma anche detestabile. C'è qualcosa di talmente brutto nella demenza che devi girarti dall'altra parte. Quando incontri un pazzo per strada, gli passi acca
nto, lo schivi, e non ci pensi più. Quando il pazzo è dentro casa tua, è tuo fratello, sei coinvolto.
Da adulto, saprò come funziona una famiglia apparentemente normale. Avrò due figlie. Fortunatamente nessuna delle due avrà disturbi dello sviluppo. Scoprirò che il loro progredire, dal girarsi al gattonare e al camminare, dal parlare al leggere e allo scrivere, sarà anche la misura del progresso della nostra famiglia, forse il criterio di misurazione più importante. Diventano più altre e mia moglie e io non possiamo non notarlo e provare un certo orgoglio. Imparano a fare le sottrazioni e la ruota e noi possiamo credere, forse inconsciamente, che la nostra famiglia come "macchina di vita" sia omologata. Funziona.
Quello che avviene con Noah è che uno dei criteri di misura principali tramite i quali una famiglia determina il proprio successo o fallimento - no, aspettate, così è troppo drastico, la misura di dove una famiglia è arrivata - si spezza. Così ci sentiamo come se non stessimo a
ndando da nessuna parte e così siamo, collettivamente, consciamente o inconsciamente, un fallimento, come unità, come squadra. Non siamo una macchina efficiente.
E questa è una terribile conclusione a cui una famiglia può giungere riguardo a se stessa. Se insieme non siamo meglio, allora perchè stiamo insieme? E' la questione contro la quale mia madre e mi
o padre lottano costantemente.

IL LIBRO
E' la testimonianza del fratello di un bambino autistico, che diventerà nel libro adolescente e adulto. E' un punto di vista originale: non sono i genitori a raccontare la storia e nemmeno gli specialisti in materia. Molti sono i riferimenti scientifici, psicologici legati alle varie teorie sul tema e, forse, appesantiscono un po' la narrazione. Per chi invece è come me, addetta ai lavori almeno dal punto di vista di integrazione scolastica, è un aspetto interessante. E' un testo molto utile per mettersi una volta nella vita nei panni delle famiglie con figli disabili, è
il racconto di un'esperienza in cui tutti potremmo esserci trovati e, se ciò non è accaduto, non è certo per merito nostro.
P.S. L'anno prossimo inizio la prima e avrò in classe una bambina non vedente. Io e la mia collega ci siamo iscritte a due corsi all'Istituto dei Ciechi e ho prenotato un bel po' di libri in biblioteca per prepararmi. Quindi al momento non so cosa "posterò" nel prossimo futuro. Spero di avere un po' di tempo in estate per leggere i romanzi che mi piacciono tanto!

FAMIGLIE PER L'ACCOGLIENZA
"...Quello che vi ha messo insieme e che vi fa incontrare tutti gli anni qui
e che comunque muove la vostra vita è qualcosa che riguarda me ed è qualcosa che riguarda ogni uomo. Non c’è niente di specialistico fra di voi, sempliceme
nte siete chiamati, come tutti gli uomini, a vivere sulla frontiera della vita..."

domenica 12 giugno 2011

Karma positivo


MADRE DEL RISO, Rani Manicka, Arnoldo Mondadori
La casa era silenziosa. Come sapesse che fuori era accaduta una tragedia: Che le vecchie ossa non si risanano. Infine lei si vide gli occhi nello specchio e si fermò, sconvolta. C'era qualcosa di estraneo in quegli occhi. Guardò meglio. Vi indugiava un'emozione rinnegata. Si sentiva a disagio, e si affrettò a distogliere lo sguardo e a pensare alle
cose concrete. I piedi. Doveva subito fare qualcosa per i piedi. Lavò il sangue dalle piante e, infilandoli nelle scarpe, andò ad aspettare accanto al vecchio. Rimase in piedi, regalmente, e mi guardò rannicchiata accanto a Papà sulle pietre aguzze, mentre gli accarezzavo i capelli bianchi, piangendo. Ma la mia debolezza le diede forza. Si rallegrò di non aver ceduto a quelle strane emozioni. E' una donna orgogliosa. Non voleva sembrare debole o sciocca. Era bene che non fosse lei a starsene rannicchiata a terra con così poca dignità, piangendo a dirotto. Sapeva che i vicini guardavano, dietro le tende. Una volta ci si sarebbero tutti affollati attorno per offrire aiuto, come era accaduto quando i soldati giapponesi avevano preso il marito di Minah e gli avevano sparat
o. Ma ora il
vicinato era pieno di gente nuova. Un'intera generazione che sorrideva e salutava da lontano. Gente che credeva in una strana idea venuta dall'Occidente e chiamata privacy.

IL LIBRO
Una bellissima epopea familiare che racconta la storia della Malaysia tra occupazione britannica, dominazione giapponese ed indipendenza. Una storia soprattutto di donne e scritta da una donna, tragedie e gioie di una famiglia
culturalmente molto lontana da noi ma affascinante. Manca la speranza, anche se in realtà non c'è disperazione, c'è come l'attesa di un karma migliore e la certezza che niente dei propri antenati verrà perduto.

La morte –

Tagore

“La morte, Tua schiava, è alla mia porta.

Ha attraversato il mare sconosciuto

e ha recato alla mia casa il Tuo richiamo.

La notte è buia e il mio cuore è spaurito

eppure prenderò la lampada, aprirò le porte

e m’inchinerò dandole il benvenuto.

E’ il tuo messaggero che sta alla mia porta,

l’adorerò a mani giunte, e in lacrime.

L’adorerò ponendo ai suoi piedi

il tesoro del mio cuore.

Fatta la commissione, se ne ritornerà

lasciando un’ombra oscura sul mio mattino;

e nella mia casa desolata rimarrà

solo il mio corpo abbandonato

come mia ultima offerta a Te”

(Rabindranath Tagore)

venerdì 10 giugno 2011

Ad est qualcosa di nuovo


IL VICOLO DELLA POLVERE, Qui Xiaolong, Marsilio
La storia di Bai Jie avrebbe dovuto terminare molto, molto tempo fa. E quasi fu c
osì, nel 1954, l'anno in cui tornò in Vicolo della Polvere Rossa dopo messere stata prigioniera di guerra in
Corea. Da allora, della sua esistenza ci si accorse appena, nel vicolo. Non che fosse stata cancellata, ma venne semplicemente considerata l'ombra di se stessa. Ciò che le accadde negli anni successivi fu di scarsissimo interesse per gli altri abitanti del vicolo. Ma non poteva aver vissuto nel vuoto. Ogniqualvolta c'era un sommovimento politico, i sospetti su di lei riaffioravano. E in questi anni c'era stato un gran numero di sommovimenti politici. Poteva essere che quei sospetti fossero fondati, ma così non fu.

IL LIBRO
E' una raccolta di racconti e di solito preferisco i romanzi, perchè mi piace
affezionarmi a luoghi, trame e personaggi mentre i racconti di solito sono troppo brevi perchè scatti l'affezione. Qui siamo a Shanghai, il vicolo è lo stesso e lo vediamo modificarsi dal 1949 al 2005. La storia della Cina è affascinante ma la conosco poco. Certo è un
popolo numeroso ed è un popolo di emigranti ma a parte qualcosa di superficiale lo conosco poco. A San Francisco mi aveva stupito la presenza di numerosissimi cinesi cattolici, tanto che nella chiesa c'era anche una messa nella loro lingua e ho seguito le vicende della chiesa perseguitata. Sono sicuramente un popolo di gran lavoratori e la loro cucina è la più popolare nel mondo, benchè noi italiani pensiamo sia la nostra. Il libro è bello, apre la mente ad una prospettiva diversa. Non mancano anche riferimenti alquanto "disgustosi" al nostro palato delle loro tradizioni culinarie fortunatamente andate perse (occhi di carpa viva o cervello di scimmia viva!)

FOREVER YOUNG
Non c'entra nulla con questo post ma pubblico le parole di questa canzone perchè quest'anno ho avuto la quinta e l'abbia canta alla cerimonia dei diplomi. Non sono mai state scritte parole di augurio più belle di queste.
May God bless and keep you always
May your wishes all come trueMay you always do for others
And let others do for you
May you build a ladder to the stars
And climb on every rung
May you stay forever young
May you stay forever young.

May you grow up to be righteous
May you grow up to be true
May you always know the truth
And see the lights surrounding you
May you always be courageous
Stand upright and be strong
May you stay forever young
May you stay forever young.

May your hands always be busy
May your feet always be swift
May you have a strong foundation
When the winds of changes shift
May your heart always be joyful
And may your song always be sung
May you stay forever young
May you stay forever young.
BOB DYLAN