sabato 4 ottobre 2008

STUPORE


Da DURANTE, Andrea De Carlo, Bompiani

E di colpo, o forse per piccoli gradi di avvicinamento ma in una progressione molto rapida, l'aspetto di tutta la situazione mi è cambiato davanti agli occhi. Un momento mi stavo sforzando in modo insopportabile, saturo di odio verso Durante e di rabbia verso me stesso per essere caduto nel suo gioco, il momento dopo ero invaso da uno strano senso di completezza. Anche adesso mi è difficile definirlo: era come se ogni gesto e ogni sguardo e ogni respiro di noi quattro nel campo in pendenza creasse una colla luminosa di attenzione e partecipazione che copriva i pensieri e le sensazioni negative, colmava di significati il vuoto. La fatica sembrava attenuata, insieme alla durezza del terreno e al peso della trivella e alla rabbia e alla gelosia, alla noia, al sospetto, all'estraneità. Il caldo estremo non mi dava quasi più fastidio, anche se continuavo a sentirlo; il tempo che passava non mi comunicava più un senso di spreco.

Il libro

Un mio alunno, davanti a tutti, l'altro ieri mi ha chiesto: "E' bello essere adulti?" Guardando gli adulti di questo romanzo, viene immediato rispondere di no. Nessun personaggio affascina veramente, anche mil protagonista, Durante, è un po' il fratello povero degli spiriti apparentemente liberi delle generazioni on the road. I rapporti tra le persone sono molto superficiali, nessuno va a fondo di niente. Tutti però sono insoddisfatti e vorrebbero qualcosa di più nella loro vita. Il libro è comunque scritto molto bene (anche se ho trovato un congiuntivo sbagliato!) e la storia si legge senza intoppi. Non ho ancora deciso se leggerò altri libri di De Carlo, oppure no. Si vedrà.


Corrispondenza


"Quando qualcosa si può chiamare eccezionale? Questa è veramente un'osservazione non so se più drammatica o comica - la natura, come creata da Dio, è capace di essere comica, ragazzi, certe volte - perchè noi sentiamo una cosa eccezionale quando corriponde alle esigenze più profonde per le quali viviamo e ci muoviamo."
Da Si può vivere così, don Luigi Giussani

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