domenica 12 ottobre 2008

APOCALISSE


Da BLUES DELLA FINE DEL MONDO, Ian McEwan, Einaudi
Gli Stati Uniti, a capo di più di quattro quinti della ricerca scientifica mondiale e tuttora terra dell'abbondanza, possono esibire al mondo un'infinità di analisi statistiche riguardanti le convinzioni religiose del paese. La litania è ben nota. Il 90% degli americani sostiene di non aver mai dubitato dell'esistenza di Dio e si dice sicuro che ciascuno sarà chiamato a rispondere dei propri peccati. Cinquantatre americani su cento sono creazionisti, convinti che l'età del cosmo sia di seimila anni. il 44% è certo che Gesù tornerà a giudicare i vivi e i morti entro i prossimi cinquant'anni. Soltanto il 12% crede che la vita sul pianeta si sia evoluta attraverso un processo di selezione naturale e senza l'intervento di un agente soprannaturale.

IL LIBRO

Una specie di saggio breve senza, però, uno scopo evidente. A meno che non sia un tentativo di estromettere Dio dalla storia. Mi dispiace che McEwan abbia avuto del tempo da perdere. Mia madre da bambina, per ragioni di guerra (era sfollata) è andata a scuola solo fino alla terza elementare. Le è sempre piaciuto leggere ma ha cominciato a trovare tempo per i libri solo dopo aver preso la licenza media con i corsi per gli adulti. Quando le prestai un libro di McEwan (quello in cui spariva una bambina al supermercato), mi disse che questo scrittore scriveva proprio bene. Ed è vero. Ma perchè le teorie apocalittiche? E' un tentativo davvero mal riuscito di dimostrare che se anche ci fosse un apocalisse, un Dio, di improbabile esistenza, non interverrebbe comunque, perchè tanto non muove un dito nemmeno nelle disgrazie quotidiane. Dico io: a che pro ricevere il dono dell'intelligenza se poi non riusciamo a vedere l'evidente?
Dell'apocalisse non ho paura, temo di più veder la "partenza" di chi ami uno alla volta, che l'andar via tutti insieme.
Mi è sempre piaciuta la scena del Titanic in cui la mamma rimbocca le coperte ai figli e sta lì con loro, quando ormai non c'è più niente da fare.
Speriamo che me la cavo!!!


Dal libro di Giobbe (14,1-6)
L'uomo, nato di donna, vive pochi giorni, ed è sazio di affanni.
Spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un'ombra e non dura.
E sopra un essere così, tu tieni gli occhi aperti e mi fai comparire con te in giudizio!
Chi può trarre una cosa pura da un'impura? Nessuna.
Se i suoi giorni sono fissati, e il numero dei suoi mesi dipende da te,
e tu gli hai posto un termine che non puoi varcare, distogli da lui lo sguardo perchè abbia un po' di tranquillità e possa godere come un operaio la fine della sua giornata.
P.S. Per fortuna c'è il Nuovo Testamento!!!

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