lunedì 21 marzo 2011

SI RACCOGLIE CIO' CHE SI SEMINA


I TERRIBILI SEGRETI DI MAXWELL SIM, Jonathan Coe, Feltrinelli
... e fu allora che mi colpì in pieno. La solitudine. Ero seduto, sottoterra, in un bugigattolo, a quindicimila chilom
etri da casa. Se avessi avuto un attacco di cuore improvviso, seduto su quel water - quali sarebbero state le conseguenze? Probabilmente un membro del personale mi avrebbe trovato prima della chiusura del ristorante. A quel punto avrebbero chiam
ato la polizia che, controllati il mio passaporto e le carte di credito, sarebbe risalita ai miei rapporti con papà e Caroline - grazie ai database internazionali, suppongo - e avrebbe telefonato per avvertirli. E Caroline come l'avrebbe presa? Sarebbe rimasta sconvolta, all'inizio, ma non so bene fino a che punto. Ormai non avevo più un ruolo importante nella sua vita. Per Lucy sarebbe stato peggio, naturalmente, ma anche lei era sempre più distante e non si faceva viva da più di un mese. E poi che altro? Un turbamento fugace, forse, tra amici e colleghi, ma niente di importante. Chris, il mio vecchio compagno di scuola, ecco, forse lui avrebbe provato qualcosa... non so, magari un certo rmpianto, al pensiero che ci eravamo allontanati e non ci vedevamo da tantissimo tempo. A
Trevor Paige sarebbe dispiaciuto, sì, a lui sarebbe dispiaciuto molto. E anche a Janice, sua moglie. Ma, aldilà di questo, la mia dipartita non avrebbe avuto grosse ripercussioni. Un account su Facebook disattivato - ma se ne sarebbero davvero accorti i miei amici su Facebook? Ne dubitavo. Ero solo al
mondo, adesso, terribilmente solo. Il giorno seguente, al mio rientro dopo un lungo volo, non avrei trovato altro ad attendermi che un appartamento disabitato, pieno di mobili dell'Ikea, e tre settimane di bollette, estratti bancari e pubblicità di pizze a domicilio.

IL LIBRO
Jonathan Coe è uno dei nomi che resterà, ha idee geniali, capacità di narra
re in modo semplice senza essere banale e di andare al fondo della società odierna, pur rimanendone apparentemente sulla superficie. Forse perchè è nato nel 1961 e non è così lontano da me: una
g
enerazione che è passata al
la storia per i pochi che si illudevano di cambiare il mondo, mentre la maggior parte, come me, non poteva permettersi di buttare via il tempo o i soldi. E, all'apparenza, tanta noia, abitudine, calma piatta ma proprio questo ci ha permesso di costruire famig
lie solide e di mantenere alcuni dei valori imprescindibili del nostro mondo. Unica pecca del libro il finale. Io avrei dato una possibilità reale al protagonista. E' triste arrivare a cinquant'a
nni e non aver niente da raccogliere ma io, e non grazie a me, sono ottimista e, ne sono convinta, c'è speranza per tutti.

Mons. Luigi Negr
i, 17 marzo 2011

Con l’ arroganza e la crudeltà di quelli che ritengono che il proprio potere sia l’unica norma della vita e che non esista nessuna legge con cui uomini di potere devono confrontarsi, il figlio del rais ha affermato: entro 48 ore sarà tutto finito. E’ un orrore tremendo quello che ci investe è l’orrore di aver visto migliaia e migliaia di persone mitragliate, uccise, violentate, in fuga dai loro paesi, trattati con una crudeltà che ricorda altri, e più terribili momenti della storia. Non tocca a me è l’analisi della forma che avrebbero preso queste cosiddette “rivoluzioni” se si fossero affermate, ma è indubbio che la radice profonda di queste ribellioni si chiama desiderio del pane e della libertà.
Un’altra volta il desiderio del pane e della libertà è stato eliminato, annullato da una repressione tanto cieca quanto
violenta e, in qualche modo, belluina.
Ma lasciatemi dire che se l’orrore è grande, la vergogna nostra dovrebbe superare questo orrore. Queste cose sono avvenute nel silenzio, nella confusione, nelle dialettiche interne, quando non nella omertà di forze politiche europee ed internazionali che hanno, ancora una volta, privilegiato interessi particolari o associati, chiudendo il cuore e la coscienza a questo invito pressante che veniva da queste popolazioni massacrate.
Un Occidente ancora schiavo dei rigurgiti delle ideologie del passato, soprattutto nemico della tradizione cristiana e del suo influsso benefico e positivo sulla vita dei popoli europei e delle nazioni europee, un Occidente ancora così gravemente segnato dal laicismo, un Occidente schiavo del proprio consumismo edonistico per il quale profonde, quotidianamente, somme così ingenti che risolverebbero la situazione sociale di molti paesi sottosviluppati, un Occidente schiavo di questi regimi dittatoriali per le risorse energetiche, Come e Dove può trovare l’energia morale e culturale per giudizi e gesti inequivocabili?
Questo Occidente debole, in profonda contraddizione con le sue radici e la sua autentica tradizione cristiana e laica, guardi bene a quello che sta succedendo nel Maghreb.
Io non ci sarò più, ma temo molto che le prossime generazioni italiane ed europee saranno travolte dagli stessi fenomeni di violenza, di massacro, realizzati in nome di una ideologia che, presuntamente religiosa, si esprime poi con il disprezzo totale della vita e della libertà umana.

venerdì 11 marzo 2011

COSE SEMPLICI



L'ALBERO DELLE LATTINE, Anne Tyler, Guanda
"Lui è l'unico che può aiutarla in questo momento. Non una tazza di tè caldo, non gente che gira per casa, nemmeno suo marito. Solo il ragazzino,
suo figlio."
"Non vedo come" replicò Joan.
Missouri assunse un'espressione esasperata. "Lei non lo può sapere"le disse, "Non può sapere come sarebbe. L'aspetto più coraggioso degli uomini, signorina Joan, è che continuano a voler bene alle creature mortali anche dopo aver scop
erto che esiste la morte. Devo dirglielo io, questo?"

IL LIBRO
Una storia tranquilla, semplice, senza colpi di scena. Appa
rentemente l'immagine languida di una cittadina della provincia americana, di gente noiosa da cui si vorrebbe solo scappare. Eppure in quella realtà ci sono tutti gli aspetti di una vita piena: il lavoro, gli innamoramenti, la morte, il desiderio di un bene grande. Il tutto raccontato con la maestria e la poesia proprio di una donna che vive. Questo è il genere di libri che piace alla mia mamma che, pur avendo frequentato fino alla terza elementare e avendo preso il diploma di terza media da adulta con le centocinquanta ore, sa riconoscere e apprezzare la buona letteratura.
FOREVER YOUNG

May God bless and keep you always,

May your wishes all come true,

May you always do for others Testo trovato su http://www.testitradotti.it

And let others do for you.

May you build a ladder to the stars

And climb on every rung,

May you stay forever young,

Forever young, forever young,

May you stay forever young.

May you grow up to be righteous,

May you grow up to be true,

May you always know the truth

And see the lights surrounding you.

May you always be courageous,

Stand upright and be strong,

May you stay forever young,

Forever young, forever young,

May you stay forever young.

May your hands always be busy,

May your feet always be swift,

May you have a strong foundation

When the winds of changes shift.

May your heart always be joyful,

May your song always be sung,

May you stay forever young

Forever young, forever young,

May you stay forever young.

Bob Dylan


Esiste un testo più bello di questo?


http://www.youtube.com/watch?v=Hc-a1kP7ITA&feature=player_embedded

(bella versione "cartone animato" del testo

sabato 5 febbraio 2011

PIACERE O DOLORE?

QUELLO ERA L'ANNO, Dennis Lehane, Piemme
"Nella mia esperienza" disse poi "raramente il momento più memorabile della vita di un uomo è piacevole. Una cosa piacevole non ci insegna niente, tranne che il piacere è piacevole. Che razza di lezione è questa? Una scimmia che si fa una sega lo sa. No, no. L'essenza dell'apprendimento, fratelli miei, è il dolore. Pensateci su...per esempio, non ci rendiamo quasi conto quanto si sta bene da bambini finchè non lo siamo più. Di solito non riconosciamo il vero amore finchè non ci è scappato di mano. E allora, allora diciamo: accidenti, quello sì che era amore, vero amore. Ma al momento?". Si strinse nelle enormi spalle e si picchiettò la fronte con il fazzoletto. "Quello che ci fa crescere è quello che ci ferisce. Un prezzo alto, d'accordo. Ma" allargò le braccia e rivolse loro il suo più radioso sorriso "impariamo cose che non hanno prezzo."

IL LIBRO
Era tanto che non leggevo un libro "lungo" ma così avvincente. Bellissima storia ambientata negli Usa del primo dopoguerra. La crisi economica si sta avvicinando, la vittoria della prima guerra mondiale non porta grandi benefici, il razzismo è mentalità comune e legale, le condizioni lavorative d
isumane. E' difficile credere che ci sia stato un periodo della storia non così lontano in cui si lavorasse ottanta ore a settimana, non ci fosse assistenza sanitaria, ferie o malattia.
Centro della vicenda è Boston con la sua comunità irlandese, molti di loro nella polizia, italiana, piena di terroristi anarchici e affiliati alla "mano nera", est europea, spesso bolscevica e simpatizzante della Rivoluzione russa e di "colore", che sopravvive e si adatta all'appartheid. La classe politica è incompetente, ci sono i grandi scioperi e il proibizionismo è alle porte. Babe Ruth, leggenda del baseball, unisce i vari capitoli e contribuisce all'intreccio dei vari protagonisti. E' il primo libro che leggo dell'autore, il quale, ho scoperto, ha scritto Mystic River e altre storie da cui hanno tratto altrettanti film. Gli episodi storici sono documentati, c'è infatti una bibliografia finale, ed è davvero accattivante conoscere la storia attraverso un romanzo. Sapevate infatti che i poliziotti di Boston dovevano acquistare di tasca loro uniformi e proiettili?

IN SEI PAROLE
Sto frequentando un corso che si intitola "Dentro l'ABC" e, nonostante al momento
dell'iscrizione pensavo fosse tutt'altro, ci si ritrova a riflettere sulla parola. La relatrice ci
ha presentato un'opera del pittore Ugo Carrega, di cui però non ho trovato l'immagine, nella quale non vi erano immagini ma ripetute molte volte queste parole: uomo, donna, tempo, spazio, mano
e, una sola volta, la parola mente. Ho copiato l'idea e ho chiesto ai miei alunni di "dipingere" un quadro utilizzando le cinque parole più importanti della loro vita. Ho una quinta e sono abituati a compiti in cui devono riflettere. Mi hanno stupito, come sempre. Alcune parole non erano affatto scontate. La bambina filippina ha scelto tra l'altro "canzoni", a cui probabilmente io non avrei pensato e ho deciso di cimentarmi anch'io, e un altro ha scritto "pizza". In fondo, perchè no? Io ho scoperto tante cose mentre ero seduta davanti ad una pizza. Questo lavoro è stato motivo di discussione tra i colleghi. Tutti hanno istintivamente detto, senza peraltro che nessuno glielo chiedesse, quali erano le loro parole preferite. Queste le mie: casa, tempo, musica, io, risa, amico.

domenica 16 gennaio 2011

SERIAL KILLER


SULLE TRACCE DI MARY, James Patterson, Longanesi
"Si dice che gli uomini non amino troppo le donne intelligenti, perchè si sentono minacciati" dissi. "Tu sei intelligentissima".
"E tu sei l'eccezione che conferma la regola. Dico bene? A te le donne intelligenti piacciono. E comunque non credere che io sia così intelligente. Ti espongo la mia teoria?"
"Dai. Prendo una birra. Pilsner. Alla spina" dissi al barista.
Kayla continuò: " Vedo questi presunti supercervelloni in ospedale, medici e ricercatori che nella vita privata sono un vero disastro, e mi chiedo: sono davvero così intelligenti? Basta essere in grado di memorizzare facilmente dati e opinioni altrui per definirsi intelligenti? E' i
ntelligente chi conosce tutti i titoli dei dischi di rock o sa cosa succede in tutte le puntate di Vita da strega?"
Alzai gli occhi al cielo. "Non mi dire che guardi Vita da strega o che conosci quello che succede in ogni puntata."
"No, no. Io guardo E. R. piuttosto. E Scrubs."
"Io conosco i titoli di parecchi dischi di rhythm & blues, ma della vita ho capito poco" replicai.
Kayla rise. "Non è vero Alex. Ho conosciuto i tuoi figli."

IL LIBRO
Altro thriller, questa volta un po' più cruento e con un serial killer di tutto rispetto. Non fa paura e la suspense è quasi assente. La storia, però, è interessante e suscita degli i
nterrogativi. Il primo, e più ovvio, riguarda l'omicidio. Si può davvero uccidere a sangue freddo e restare emotivamente non coinvolti? E' possibile sradicare dalla nostra fragile struttura umana il senso di colpa? Certo esistono dei malati mentali ma non è un po' troppo comodo ridurre tutto a malattia e deresponsabilizzare che commette l'azione? Il libro si divora facilmente: capitoli davvero brevi, trama avvincente, colpi di scena e molti cambiamenti. Il detective, protagonista delle storie precedenti, si chiama Alex Cross ed è già stato portato da Morgan Freeman sul grande schermo . Io, però, non l'ho visto. Per quanto riguarda l'autore, sulla copertina c'è scritto che negli Usa, ogni quindici libri venduti, uno è suo. Complimenti!


DA IL CORRIERE DELLA SERA, 13 gennaio 2011

IL SAGGIO PUBBLICATO SUL WALL STREET JOURNAL

«Madri orientali, inflessibili e migliori»

Una prof cinese di Yale: così ho educato le mie bimbe


Amy Chua con ae figlie
Amy Chua con le figlie
MILANO - «Perché le madri cinesi sono superiori» è il titolo di un saggio pubblicato sabato sul Wall Street Journal. Da allora questo non solo è l'articolo più letto e commentato del sito online, con oltre 3.600 post di lettori il numero aumenta di ora in ora, ma sta spopolando anche su Facebook: lo hanno già condiviso ben 187.462 amici datoaggiornato a ieri sera.

Di che si tratta? L'autrice Amy Chua, una professoressa di Legge alla Law School dell'Università di Yale, insegna a tirar su i propri figli per farli diventare piccoli geni in matematica vedi i risultati degli studenti di Shanghai negli ultimi test Pisa dell'Ocse e prodigi nella musica. Alla base del successo dei giovani cinesi, sostiene Chua, c'è infatti il metodo educativo imposto dalle madri cinesi.
Avete presente le dolcissime mamme italiane super apprensive e iper protettive con i loro bambini anche quando non sono più bambini? Ebbene le mamme cinesi sono esattamente l'opposto dello stereotipo italiano. La madre italiana è una chioccia, quelle cinese è una tigre. Come suggerisce il titolo del libro da cui è estratto il saggio di Chua, «Inno di battaglia della madre tigre».

Il metodo cinese è fatto di disciplina, rigore e severità, all'ennesima potenza. Secondo l'autrice è proprio la coercizione che porta ad eccellere. Ed elenca alcune delle regole messe in pratica con le sue due figlie, Sophia e Louisa. Il decalogo include non invitare o andare dagli amici a giocare, non dormire fuori casa, non guardare la tv o giocare con i videogames, non lasciare ai figli la scelta delle attività extra-scolastiche, pretendere il massimo dei voti.

Troppo? Perfino quando i genitori occidentali pensano di essere severi non si avvicinano neppure lontanamente alle madri cinesi. Per dare un'idea, Chua racconta come riuscì a far imparare a Louisa, quando aveva circa 7 anni, a suonare al pianoforte un pezzo del compositore francese Jacques Ibert, «Il piccolo asino bianco». Un pezzo molto bello, ma assai complicato per una bambina, perché «le mani devono suonare ritmi completamente diversi in modo schizofrenico», ricorda. Lulu non riusciva a suonarlo. Nemmeno dopo una settimana di esercitazioni non stop. Così la madre tigre diventa un'aguzzina. Nasconde l'amata casa delle bambole della figlia, e promette di regalarla pezzo a pezzo all'Esercito della Salvezza, se non imparerà «Il piccolo asino bianco» alla perfezione per l'indomani. Minaccia di farle saltare pranzo e cena, di non farle più regali a Natale, di abolire la festa di compleanno per 2, 3, 4 anni di fila. La offende chiamandola pigra, codarda, smidollata, patetica.
Nemmeno l'intervento del marito Jed ferma la madre tigre, perché quelli non sono insulti, lei sta «solo motivando» la figlioletta, si giustifica. La madre tigre è disposta ad «essere odiata». Ma non rinuncia al suo metodo. Così torna dalla figlia e continua a torturarla, usando «ogni arma e tattica» che le viene in mente. Madre e figlia provano al piano per tutta la sera fino a notte fonda, saltando la cena. Lulu non può alzarsi nemmeno per bere o per andare in bagno. La casa ormai è «una zona di guerra», piena di urli. Poi all'improvviso Lulu riesce a suonare il pezzo. È «talmente raggiante» che non vorrebbe più smettere di suonare.

La morale di Chua è che i genitori occidentali si preoccupano molto dell'autostima dei loro figli. Ma come genitore, una delle cose peggiori che si possono fare per l'autostima del proprio figlio è di farlo arrendere davanti a un ostacolo, dice. Non c'è niente di meglio per acquistare fiducia che scoprire di poter fare qualcosa che non si pensava di saper fare.

Ma può l'eccellenza nella musica o in altre discipline scientifiche fare la felicità dei nostri figli? E bastano queste abilità per avere successo nella vita? Su questi dilemmi si stanno confrontando i lettori. A valanga. Nei post si trova di tutto. Certo, prevale l'indignazione per il sistema da lager. Che ne è inoltre, molti si chiedono, della creatività, della socialità, dell'importanza di imparare a fare squadra? Il metodo cinese, però, riscuote anche consensi, soprattutto da quanti e non sono pochi credono che il permissivismo dei Paesi occidentali sia andato troppo oltre. Di sicuro il tema è «caldo», perché tocca temi sensibili come l'educazione dei figli, le differenze culturali e il nazionalismo. La discussione è aperta.

Giuliana Ferraino



sabato 8 gennaio 2011

RITORNO ALLA LETTURA


LA LISTA, Michael Connelly, Piemme
Erano questi i momenti in cui sentivo più forte il desiderio di tornare al passato. Di ritrovare quella distanza. Di prendere quella pillola contro il dolore fisico che sapevo mi avrebbe anestetizzato nei confronti della sofferenza che sentivo dentro di me. Erano questi i momenti in cui capivo di essere io la giuria che dovevo affrontare, che il verdetto sarebbe stato di colpevolezza e che non ci sarebbero stati altri casi.
Uscii dalla terrazza, sperando che la città mi avrebbe tirato fuori dall'abisso in cui ero caduto. La serata era fresca e limpida. Los Angeles si stendeva di fronte a me come un tappeto di luci, ciascuna un sogno.
Alcuni vivevano i propri sogni, altri no. C'era chi li vendeva per un soldo, altri li tenevano segreti e inviolabili come quella notte. Forse anch'io avevo un sogno abbandonato da qualche parte. Ma mi sentivo come se avessi soltanto peccati da confessare.

IL LIBRO


Dopo una lunga pausa, super indaffarata in altre faccende, mi sono rimessa leggere un libro e ho ricominciato da qualcosa che mi piace davvero tanto. E' uno dei regali di Natale delle mie figlie che conoscono la mia passione per Michael Connelly. Nel libro si ripetono alcuni dei personaggi ricorrenti che sono pero' piu' un cameo che veri protagonisti. Compare invece un avvocato e la solita combinazione di azione e suspence, lascia il posto ad un processo legale vero e proprio di tanti film americani. Inutile dire che la giustizia sempre trionfa.









da L'ETA' DELL'ANSIA


Che destino!
L'uomo che porta inciso sulla scorza il marchio della corruzione
e' chiamato a riscattare il mondo, la citta' degli uomini che,
senza tempio, e' condannata alla rovina.
... e alla fine la nostra Sion
sara' una perduta Sodoma che danza su sdolcinati motivi
finche' il cuore le scoppia, una stanca Gomorra
infatuata del suo antico io
e i suoi cari sogni, pur se ancora imperanti,
sono fatti formali, che non rinvigoriscono piu'.
W. H. Auden

venerdì 24 dicembre 2010

NATALE 2010


BUON NATALE!!!

E' un po' che non scrivo, più che altro perchè non ho tempo di leggere ed ho un libro sul comodino da più di un mese. Spero di finirlo nelle tanto attese vacanze. La maggior parte di chi legge il mio blog è fatto da donne, dedico questo fumetto a loro.

venerdì 5 novembre 2010

SALVEZZA


IL PROF E' SORDO, David Lodge, Bompiani
Sono stato battezzato ma non ho avuto un'educazione religiosa. Da bambino, mia madre mi insegnava a recitare le preghiere quando andavo a letto, e mi portava in chiesa a Natale e a Pasqua, niente più di questo. Mio padre sosteneva - e lo afferma occasionalmente ancora oggi - di credere in Dio, ma non ha mai messo piede in una chiesa, se si eccettuano i matrimoni e i funerali. Io ho frequentato un liceo che incoraggiava le riunioni religiose e spingeva gli alunni del ramo umanistico a scegliere le Scritture come materia d'esame per il conseguimento del diploma. Tutte le mie conoscenze in materia di cristianesimo derivano da quanto ho appreso a scuola e dallo studio della letteratura inglese all'università, in particolare da Milton e da Joyce. invidio le persone che hanno fede ma nello stesso tempo ne sono infastidito. Alcuni studi hanno dimostrato che i credenti hanno molte più possibilità di essere felici rispetto coloro le cui convinzioni sono basate sul relativismo - e non è difficile capire il perchè. Nel percorso esistenziale di ciascuno di noi sono previste la tristezza, la sofferenza e la delusione: questo fardello è più facile da sopportare se si crede che ci sia un'esistenza futura, nella quale i limiti e le ingiustizie che abbiamo sperimentato in vita saranno sanate. Inoltre se si ha la fede, anche l'idea della morte assume una connotazione molto meno deprimente. Ecco perchè invidio chi crede in Dio. Naturalmente non vi è alcun valido fondamento razionale a sostegno delle convinzioni di questi individui....

IL LIBRO
Classica storia inglese: rapporti che sembrano superficiali, privacy, etichetta, routine... Eppure sotto qualcosa si muove, uno scheletro nell'armadio si trova sempre. Bella la prosa, semplice ma curata e bella anche la storia, io mi ci sono ritrovata. L'umorismo è velato ma presente, ci si scopre a sorridere
abbastanza spesso. E' vero il commento di fondo: non siamo sempre portati a pensare che la sordità sia una vera disabilità. I sordastri ci irritano, ci disturbano quando ci fanno ripetere una cosa cento volte e ci fanno ridere quando equivocano le cose dette. Siamo più disponibili verso chi è cieco non verso chi è sordo. Mio marito, che soffre di emicranie, dice che è lo stesso con chi ha mal di testa, non siamo istintivamente portati a condividere la sua sofferenza, ci fa arrabbiare il dover abbassare il volume della radio, il tenere le luci soffuse o a rinunciare ad uscire perchè "lui ha il mal di testa". Comunque spero che l'autore abbia avuto occasione di incontrare il Papa nella sua visita in Inghilterra: la ragione dei Cristiani è esaltata, non ridotta a sentimento!!!


LA RELIGIONE RENDE PIU' FELICI

I ricercatori hanno scoperto quasi per caso, durante una sperimentazione non collegata, che le persone con una convinta fede religiosa tendono ad essere più contente nella vita. Nonostante non fosse l’obiettivo principale della ricerca, il recente studio europeo ha chiarito che gli individui religiosi sono più abili nel fronteggiare shock e dolori come la perdita di una persona cara o di un lavoro.

Il professor Andrew Clark della Paris School of Economics e il co-autore Dr. Orsolya Lelkes dell’European Center for Social Welfare Policy and Research hanno analizzato una varietà di fattori su individui Cattolici e Protestanti e hanno riscontrato che la soddisfazione sembra raggiungere livelli più elevati nelle popolazioni religiose. Gli autori hanno concluso che la religione in generale agirebbe come una sorta di “cuscinetto” che protegge l’individuo dalle difficoltà della vita.

“Abbiamo iniziato la ricerca per comprendere come mai alcune nazioni europee abbiano sussidi di disoccupazione più alti delle altre ma la nostra analisi ha evidenziato subito che le persone credenti soffrivano meno dei non credenti il disagio psicologico derivante dalla perdita del lavoro”, spiega il Prof. Clark.

I dati di centinaia di famiglie europee rivelano livelli molto più elevati di soddisfazione generale nei credenti e il Prof. Clark sospetta che la ragione stia in una molteplicità di aspetti. Certo, l’idea che la religione possa offrire un sostanziale beneficio psicologico nella vita contrasta vivamente con la visono comune della religione come ente oppressivo che ha una influenza negativa sullo sviluppo umano. Il Prof. Leslie Francis dell’Università di Warwick ritiene che i benefici derivino dalla visione religiosa di un maggiore “senso della vita” che viene vissuto da molti credenti e che potrebbe essere minore nei non credenti. “Queste conclusioni contrastano infatti con una visione dominante che invece sostiene che la religione possa condurre al dubbio, al fallimento e quindi abbia effetti negativi”, dice Francis, “La convinzione che la religione danneggi le persone è ancora molto diffusa”.

Terry Sanderson, presidente della National Secular Society e attivista per i diritti degli omosessuali, ritiene che uno studio come quello riportato sopra e che traccia un collegamento fra la felicità e la fade sia “senza senso”. “I non credenti non possono rivolgersi alla religione per essere felici. Se trovi incredibili le fondamenta della religione, non riuscirai a crederci, qualsiasi sia la ricompensa che ne deriva”, dice Sanderson. “La felicità, comunque, è un concetto elusivo. A me da felicità l’ascolto della musica classica, mentre guardare il football mi da repulsione. Qualcun altro proverà l’esatto opposto. Alla fine tutto si riduce al gusto e alla predisposizione personale.”

Justin Thacker, capo della Theology for the Evangelic Alliance, crede che ci siano altri fattori meritevoli di considerazione. Infatti, secondo lui, credere in Dio aumenta nell’individuo la consapevolezza che la vita sia ricca di significato. “C’è più di una ragione per crederlo – una è sicuramente il senso della comunità e del rafforzamento delle relazioni sociali, ma non è tutto. Una gran parte del merito va al senso, all’impegno e al valore che vi da il credere in un Dio, mentre non credere in niente vi priva di questi valori.”

Alcuni studi precedenti hanno evidenziato che l’essere umano sarebbe biologicamente predisposto a credere in Dio. Storicamente, la maggior parte delle culture hanno sviluppato qualche sorta di credenza religiosa che includesse almeno una forma di “essere soprannaturale”. Viste in prospettiva evoluzionistica e psicologica queste questioni hanno intrigato gli scienziati per decenni, ma gli studi fisiologici e cognitivi sulla religione sono relativamente recenti. Sia i credenti che i non credenti possono convenire sui risultati della ricerca e, nonostante ciò, interpretarli in maniera diversa.

I ricercatori dell’Ian Ramsey Centre for Science and religion dell’università di Oxford stanno lavorando ad un progetto che aiuterà a comprendere meglio la scienza cognitiva della religione, che si propone di cercare la parte razionale che sta dietro la fede. Ossia, cosa induce lucidamente un individuo ad affidarsi al soprannaturale.

“Uno dei fini del progetto è spiegare scientificamente non solo la fede in un Dio, ma anche il motivo per cui alcune persone divengono atee. Se gli scienziati riusciranno a spiegare perchè le persone tendono a credere o meno in un’entità superiore allora i non credenti potranno trovare una spiegazione soddisfacente in merito alla fede altrui, poichè ora gli atei, trovano difficile comprendere il motivo per cui molte persone credono in esseri inesistenti supportati da storie senza fondamento reale.”