giovedì 1 gennaio 2009

TRADIMENTO


MARTHA PEAKE, Patrick McGrath, Bompiani

Un bicchiere di vino. Harry Peake lasciò Drogo Hall con il denaro in tasca e la rabbia nel cuore. Aveva avuto i soldi, ma in cambio s'era venduto l'anima, aveva lasciato che lo trattassero come un animale, e non è forse l'anima a distinguere l'uomo dall'animale? Durante l'interminabile ora che aveva trascorso nell'aula di anatomia era stato una creatura priva di anima. Quegli uomini l'aveano acquistata ed egli aveva accettato i termini del contratto. Si sentiva insudiciato da quella transazione, mortificato; si sentiva una nullità mentre si allontanava da Drogo Hall, avviandosi per la palude di Lambeth, verso le guglie lontane della città. Con in bocca il sapore del vino e in tasca il denaro, finì presto in un'osteria, e al calar delle tenebre era già passato al gin. Il seguito si può facilmente immaginare.

Il libro


Non conosco l'autore, inglese che in patria vende bene ma il libro non mi ha entusiasmato. Ci sono tutte le premesse per una bella storia: ambiente stile Cime tempestose, una pseudo tragedia, un'eroina triste e bella, un clima storico affascinante (la rivoluzione americana). La storia non prende però quota, non c'è un personaggio di cui ci si possa innamorare o un fine da condividre appassionatamente. Forse manca proprio la passione, tutto resta sulla superficie e il cuore di chi legge non viene scosso. Il periodo storico non è poi così ben descritto. Per chi ha visto il film Il Patriota di Mel Gibson sa di cosa si parla. C'è un desiderio di giustizia e di libertà vere che nel libro mancano.

P.S. Mio marito è sinceramente rammaricato di ciò che ha voluto dire per la Gran Bretagna la nascita degli Stati Uniti. E' disponibile ad indire un referendum perchè la sua patria diventi il 51 Stato!!! Chi volesse sottoscriverlo con lui, lo contatti nel suo blog!


Il monologo di Giuda

Non fu per i trenta denari,

ma per la speranza che


lui quel giorno, aveva suscitato in me.


Io ero un uomo tranquillo,

vivevo bene del mio,


rendevo anche gli onori alla casa di Dio.

Ma un giorno venne quest'uomo,


parlò di pace e d'amore,


diceva ch'era il Messia, il mio Salvatore.


Per terre arate dal sole,

per strade d'ogni paese,

ci soffocava la folla con le mani tese.

Ma poi passavano i giorni

e il regno suo non veniva,

gli avevo dato ormai tutto e Lui mi tradiva.

Divenne il cuore di pietra

e gli occhi scaltri a fuggire;

m'aveva dato l'angoscia e doveva morire.

Appeso all'albero un corpo, che non è certo più il mio,

ora lo vedo negli occhi: è il figlio di Dio.


Claudio Chieffo

1 commento:

palmy ha detto...

Ti ringrazio per gli auguri, il tuo blog mi piace molto. Lo metto nel mio blog roll...