martedì 6 gennaio 2009

IL SISTEMA MIGLIORE: EST O OVEST?



TERRENO DI GIOCO, Thomas Sanders, Sonzogno.
"Ascolti, Herr Puhl, deve avere pazienza", proseguì lui in tono affabile. "E' possibile che venga rilasciato domani o dopodomani. Stiamo ancora controllando i dettagli." Poi, come se stessimo parlndo del tempo, domandò: "Che ne pensa della RDT?" "Stanotte due dei vostri scagnozzi mi hanno picchiato. Cosa crede che provi nei confronti della fottuta RDT?" "No, sul serio", insistette lui sorridendo mentr giocherellava con i polsini della camicia. "Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa. Sa come funziona il nostro modello?" "Sì", risposi. "Credo di cominciare a capirlo. " Qualunque fossero i manuali che aveva studiato, aveva saltato la lettera "I" di "ironia". "Allora mi dica", riprese. "Mi dica qual è il sistema migliore. I giovani delle vostre cità si imbottiscono di eroina. Protestano contro le armi nucleari. Avete problemi di immigrazione. Le vostre strade sono invase dal crimine e perfino dal terrorismo. E c'è sempre la possibilità che domani vi ritroviate senza lavoro. Ci trova del buono in tutto questo? Certo che no. Andiamo, Puhl, parliamone. Voglio sapere. Sono interessato alle sue opinioni. Discutiamone."

Il libro
Semplicemente bello: l'ho letto in pochissimo tempo, anche grazie alla buona traduzione. E' l'autobiografia di un soldato tedesco (in carriera, non soldato semplice!) che, prima della caduta del muro, per attitudine personale viene scelto per delle imprese supersegrete e pericolose da effettuarsi nella Germania dell'Est, la vecchia DDR, che nella traduzione è chiamata RDT. E' una versione più umana di Jason Bourne. Il fatto che un membro dell'esercito sappia scrivere è sorprendente: le descrizioni dei fatti sono a 360 gradi, i dettagli ricordati con precisione senza rischiare di annoiare, i rapporti personali raccontati in profondità. Se esiste una letteratura maschile e una femminile, questa è sicuramente maschile. Il nostro uomo ha ucciso, è parte del so lavoro ma non si chiede niente della vita delle persone che ha dovuto eliminare. Istintivamente io mi chiedevo se erano sposati, avevano figli, che ne è stato dei familiari... ma la mia è una visione femminile della guerra. E' molto bello il legame di amicizia, anche qui molto maschile, fra i membri della squadra speciale e positiva la figura paterna del loro capo. Ci sono spunti interessanti come l'essere andati a Messa prima di un'azione, il rapporto tra lo scrittore e la moglie, con cui non può condividere le preoccupazioni per ragioni di segretezza e la reazione alla morte di un amico, a cui dedica il libro. Mi sono ritrovata nelle sensazioni da lui provate quando si trova a Berlino Est: i colori scompaiono, tutto è grigio, dagli edifici ai vestiti delle persone La stessa sensazione immediata che ho provato io la prima volta che sono stata in Polonia prima del 1989. E' un libro che consiglio a chi vuole risvegliarsi dalla noia di certe letture.

Dal sito dell' Opus Dei a proposito della recensione del libro di Giovanni Paolo II Memoria e identità, pubblicato dalla Rizzoli:

Nel volume il Papa risponde ai temi del Novecento, in particolare al “male eretto a sistema” nei regimi totalitari come il nazismo e il comunismo. Giovanni Paolo II ricorda e scrive: “Il Signore Dio ha concesso al nazismo dodici anni di esistenza e dopo dodici anni quel sistema è crollato. Se il comunismo è sopravvissuto più a lungo e se ha ancora dinanzi a sé, pensavo allora tra me, una prospettiva di ulteriore sviluppo, deve esserci un senso in tutto questo”. È in questo senso che il Papa si riferisce a “un male necessario”: “Ciò che veniva fatto di pensare era che quel male fosse in qualche modo necessario al mondo e all’uomo. Succede, infatti, che in certe concrete situazioni dell’esistenza umana il male si riveli in qualche misura utile, in quanto crea occasioni per il bene”.

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