giovedì 10 dicembre 2009

OCCORRE UNA GRANDE GRAZIA


LA FIGLIA DEL PARTIGIANO, Louis De Bernieres, Longanesi

Leggeva ostentatamente Baudelaire davanti agli ospiti dei suoi genitori, quando loro si aspettavano che si mostrasse cordiale, e anche libri di psicologia. Io avevo già sentito nominare questo Baudelaire ma di lui non sapevo niente, e così dopo ero andato a cercarmelo. Temo di avere una predilezione particolare per le poesie che parlano di gatti, e ce n'è una davvero notevole su una carogna. Si era messa a leggere Freud e aveva accusato suo padre di essere un ritentivo anale. Lui si era limitato a rispondere: "Vieni in bagno dopo che ho cagato, e vedrai che ti darò prova del contrario." Dovetti andarmi a cercare anche "ritentivo anale", anche se devo ammettere che in seguito non è che mi sia tornato particolarmente utile.

IL LIBRO
Un incontro tra due persone, due mondi diversi, due vite insoddisfatte. Un'attrattiva che si trasforma in ascolto, un racconto di esperienze che vuole essere liberatorio. Una moderna Sherazade che racconta la propria vita, un anonimo commesso viaggiatore che spera in un avvenimento. Niente arriva a buon fine, un'ubriacatura cancella ogni speranza. Capita spesso nella letteratura inglese e irlandese, e di conseguenza nei loro film, che le persone si comportino, durante una sbronza, come se non fossero più loro stesse e l'essere ubriache è la scusa per non assumersi la responsabilità dell'accaduto. Da noi di solito è un aggravante, rende più violenti o intontisce ma non è mai una scusante. Forse è più difficile che persone "normali" esagerino così tanto con l'alcol da perdere il controllo delle proprie azioni. Il libro può comunque far parte dei consigliabili. L'autore è lo stesso de Il mandolino del capitano Corelli che Julia Roberts stava leggendo nella scena finale del film Notting Hill, mentre divideva beatamente la panchina con Hugh Grant. Non ho letto l'altro libro, ho visto però il film, la storia era davvero notevole. Qui manca la stessa profondità storica e dubito fortemente che possa diventare un film.


Da Il Pranzo di Babette

Tanta è la nostra umana stoltezza e imprevidenza che immaginiamo la grazia divina essere finita.
E perciò tremiamo...
Ma viene il giorno in cui i nostri occhi si aprono e vediamo e capiamo che la grazia è invece infinita.
La grazia, amici miei, ci chiede soltanto di aspettarla con fiducia e di accoglierla con riconoscenza.
Karen Blixen

2 commenti:

Annarita ha detto...

Cara Maria Stella, passo ad augurare un sereno Natale a te e alla tua famiglia. Che possa essere l'augurio per tempi meno duri, all'insegna della pace e della buona volontà.

Un caro saluto.
annarita

merins ha detto...

Un abbraccio grande grande, dentro all'abbraccio che ci unisce, con affetto, felice Natale
:)