sabato 14 marzo 2009

IRONIA

LA CLASSE, Françoise Bégaudeau, Einaudi

Cercavo di ignorare il martello pneumatico.
-Come si chiama quando si dice il contrario di quello che si pensa facendo capire che si pensa il contrario di quello che si dice?
Sotto lo sguardo innamorato di Indira, Abdoulaye ha fatto la faccia di uno che ha un'ulcera al cervello.
- Prof, la sua domanda mi fa venire il mal di testa.
Il labbro di Mezut era ancora rosso per aver sanguinato.
-Qual è la domanda, prof?
Mera aveva cambiato gli occhiali ed era passata in prima fila.
- Forse ironia?
- Be', sì, è esattamente questo. Quando il narratore dice che gli schiavi erano trattati più umanamente agli europei che dai capi villaggio africani perchè li legavano per le caviglie e non per il collo, sta facendo dell'ironia. Provate a fare una frase ironica.
"Polo 63" a babordo.
-Sì, Bien-Aimè?
-Lei è bello.
- Grazie, ma la frase ironica?
- Lei è bello.

IL LIBRO
E' la storia autobiografica di un giovane professore di francese in una scuola media parigina, una di quelle scuole dove insegna solo chi non riesce a sistemarsi da altre parti (la "fauna" insegnanti è davvero surreale ma il preside si salva abbastanza). La maggior parte degli studenti o è francese di prima generazione o è appena immigrata, i provvedimenti disciplinari sono parecchi, i risultati positivi davvero pochi. Il tutto è raccontato senza impegni emotivi e la narrazione è davvero originale. La copertina cita "il romanzo che ha fatto disperare i professori e divertito fino alle lacrime gli studenti" ma non credo corrisponda a verità, almeno nella traduzione italiana. E' una lettura piacevole ma un insegnante Pennac è tutta un'altra cosa. Dal film è stato tratto un film e l'autore vi recita se stesso. Non l'ho visto ma amici mi hanno riferito che ne vale il biglietto.


La citazione qui sotto invece è sempre tratta dal libro. Il professore ilo brano agli alunni convinto che sia un po' troppo difficile, invece un'alunna lo recita davanti a tutti a fine anno. Forse quell'anno di scuola è valso solo per questo.

Addio Camille, torna al tuo convento, e quando sentirai quegli odiosi racconti che tanto ti hanno infastidita, rispondi loro quel che ti dico: Gli uomini sono tutti bugiardi, incostanti, falsi, chiacchieroni, ipocriti, orgogliosi e sciatti, sprezzanti e lussuriosi; le donne sono tutte perfide, artefatte, vanitose, curiose e depravate; il mondo non è che una fogna senza fondo in cui le foche più informi si arrampicano e si contorcono su montagne di fango, ma c'è nel mondo una cosa santa e sublime, ed è l'unione di due di questi esseri così imperfetti e brutti. In amore veniamo spesso ingannati, feriti e resi infelici; ma amiamo, e quando ci troviamo prossimi alla fine, ci volgiamo indietro e diciamo: spesso ho sofferto, talvolta ho sbagliato, ma ho amato. Sono io che ho vissuto, e non una creatura fittizia creata dal mio orgoglio e dalla noia.

Alfred De Musset, Con l'amore non si scherza
P.S. L'ultima foto è di Claudio Romani

2 commenti:

Annarita ha detto...

Ciao Maria Stella, seguo il tuo interessante blog da un po' anche se non ho mai lasciato commenti prima.

Il tempo, infatti, è tiranno con tre blog da gestire, tra cui due didattici!!!

Se ne hai voglia, fai una capatina:

http://websomethingelse.blogspot.com

http://scientificando.splinder.com

http://lanostramatematica.splinder.com

A presto.
annarita:)

NightOwl87 ha detto...

Pennac! Mi sembrava familiare lo stile... uno dei pochissimi francesi che stimo molto... anche se non si dovrebbe essere così "selettivi" come me ;)

Grandioso anche il resto del post ovviamente! ;D