domenica 8 marzo 2009

ELETTRICITA'




LE MERAVIGLIE DI ST. URBAIN STREET, Mordecai Richler, Adelphi

Mervyn Kaplanski sbucò dalla pioggia un tetro sabato pomeriggio d'agosto per informarsi sulla nostra camera in affitto. "Fa dodici dollari a settimana" disse papà "pagamento anticipato." Mervyn posò quarantotto dollari sul tavolo. Stupefatto, papà si ritirò d'un passo. "Cos'è questa fretta? Dia prima un'occhiata. Magari qui non le piace." "Voi credete nell'elettricità?" Le luci di casa erano tutte spente. "Non siamo gente taccagna." disse papà. "Ma siamo ortodossi. Oggi è shabes." "No, no, no. Tra le persone". "Lei cos'è? Un sensitivo?" "Sì. E appena sono entrato qua dentro ho sentito le vibrazioni giuste. Ciao piccolo." Mervyn mi sorrise affabilmente, ma la mano con cui mi arruffò i capelli tremava. "Star qui mi piacerà moltissimo."

Il libro.


Ho già letto di questo autore "La versione di Barney" che è un libro geniale. Questo è autobiografico. Racconta più storie di ebrei canadesi che ha conosciuto nella sua infanzia a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, delle grandi aspettative degli immigrati nei confronti dei loro figli, nati in Canada, delle tradizioni mantenute, dei profughi, della guerra, della nascita dello stato di Israele... visti dagli occhi di un ragazzino. C'è un umorismo velato, un distacco dal passato, un tentativo di non esservi coinvolto. Per chi ha sentito raccontare nella propria famiglia come si stava in Italia al tempo della guerra, il Canada sembra essere molto lontano.


UNA PORTA
Barbagliante strada svanì tra vampate di luce.
Sovra i vigneti, greve, il solleone pesa.

Ecco, repente (in sogno?) scavata entro occulte pareti,
una inattesa porta, vasta, ti s'apre innanzi.
Incenerì da tempo la fiamma del giorno i portali;
pure, un tenace stemma dura, su l'arco, in alto.

Ospite sei, varcata la soglia. « Di chi? » ti domandi;
e la campagna truce, rabbrividendo, - guardi.

Rainer Maria Rilke
N.B. Le due foto sono di Claudio Romani

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