sabato 8 novembre 2008

FALSI MITI


LA FIGLIA OSCURA, Elena Ferrante, Edizioni e/o

I due salirono, erano inglesi, lui un tipo brizzolato, sui quaranta, lei sicuramente meno di trenta. All'inizio fui ostile, taciturna, mi si complicava il viaggio, avrei dovuto faticare ancor di più per tener buone le bambine. Parlò soprattutto mio marito, gli piaceva stabilire relazioni, soprattutto con stranieri. Era cordiale, faceva domande senza badare alle convenzioni. Venne fuori che i due avevano bruscamente il loro lavoro (non ricordo cosa facessero) e, col lavoro, le famiglieç un giovane marito lei, moglie e tre figli piccoli lui. Viaggiavano da qualche mese per l'Europa con pochissimi soldi. L'uomo disse serioso: l'importante è stare insieme. Lei approvò, e a un certo punto mi si rivolse con parole di questo tenore: siamo obbligati a fare tante cose sceme fin da piccoli pensando che siano essenziali; quello che ci è successo è l'unica cosa sensata che mi sia capitata da quando sono nata.

IL LIBRO

Non avevo letto nessuno dei suoi libri, di questo mi attirava il titolo. Anche se è un commento un po' infantile, lo devo dire, scrive davvero molto bene, riesce a sostenere anche le parti dove in realtà non succede niente. E' una storia al femminile, dove però non credo molte donne si identificherebbero con il personaggio: uno spirito ribelle che non trova una vera alternativa a tutto ciò che sente come stretto.

Cesare Pavese, Maternità

Questo è un uomo che ha fatto tre figli: un gran corpo
poderoso, che basta a se stesso; a vederlo passare
uno pensa che i figli han la stessa statura.
Dalle membra del padre (la donna non conta)
debbon esser usciti, già fatti, tre giovani
come lui. Ma comunque sia il corpo dei tre,
alle membra del padre non manca una briciola
né uno scatto: si sono staccati da lui
camminandogli accanto.

La donna c'è stata,una donna di solido corpo, che ha sparso
su ogni figlio del sangue e sul terzo c'è morta.
Pare strano ai tre giovani vivere senza la donna
che nessuno conosce e li ha fatti, ciascuno, a fatica
annientandosi in loro. La donna era giovane
e rideva e parlava, ma è un gioco rischioso
prender parte alla vita. È così che la donna
c'è restata in silenzio, fissando stravolta il suo uomo.
I tre figli hanno un modo di alzare le spalle
che quell'uomo conosce. Nessuno di loro
sa di avere negli occhi e nel corpo una vita
che a suo tempo era piena e saziava quell'uomo.
Ma, a vedere piegarsi un suo giovane all'orlo del fiume
e tuffarsi, quell'uomo non ritrova più il guizzo
delle membra di lei dentro l'acqua, e la gioia
dei due corpi sommersi. Non ritrova più i figli
se li guarda per strada e confronta con sè.
Quanto tempo è che ha fatto dei figli?
I tre giovani vanno invece spavaldi
e qualcuno per sbaglio
s'è già fatto un figliolo, senza farsi la donna.

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