martedì 31 agosto 2010

NEL REGNO DELLA FANTASIA


ALBERO E FOGLIA, J.R.R. Tolkien, Bombiani

Ogni scrittore che crei un mondo secondario, una fantasia, ogni subcreatore, probabilmente desidera in parte almeno essere un creatore effettivo, o almeno spera di attingere alla realtà: spera che l'essenza propria di questo mondo secondario (se non ogni suo particolare) derivi dalla realtà oppure ad essa confluisca. Se riesce ad attingere ad una qualità che possa essere a ragion veduta fatta coincidere con la definizione del dizionario, " intima consistenza della realtà", è difficile capire come potrebbe accadere se, in qualche modo, l'opera non partecipasse della realtà. La caratteristica peculiare della "gioia" in un riuscito lavoro di fantasia può pertanto essere designata quale un improvviso balenare della realtà o verità sottesa. Non si tratta soltanto di "consolazione" per i mali di questo mondo, bensì di soddisfazione, di una risposta alla famosa domanda "é vero"?

IL LIBRO

Mi è stato suggerito da un'insegnante che ha partecipato ad un corso di aggiornamento sulle fiabe basato proprio su questo libro di Tolkien. La prima parte è un saggio sulla "realtà" fantastica, la seconda sono alcuni racconti, di stile fiabesco, molto delicati. Secondo me, però, sono più adatti ad un pubblico adulto che a dei bambini perchè il ritmo è molto lento e i colpi di scena o le suspence molto rari. Molto belli sono gli aspetti autobiografici, come quando l'autore racconta di aver letto fiabe ai propri figli.

IL MEMORABILE

Per me fu un giorno memorabile, perchè mi cambiò molto. Ma in ogni vita succede lo stesso. Immaginiamo un giorno a scelta isolato dal contesto e pensiamo a come sarebbe stato differente il corso della vita. Fermati, lettore, e rifletti a lungo sulla lunga catena di vil metallo o oro, spine o fiori, che non ti avrebbero mai legato, se non fosse stato per la formazione di quel primo anello in quel giorno memorabile.



Charles Dickens, Grandi Speranze

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