venerdì 15 gennaio 2010

COSTRUTTORI DI CATTEDRALI


LA CATTEDRALE DEL MARE, Ildefonso Falcones, Longanesi

"Avanti per la Vergine!" si levò ancora dal gruppo di bastaixos.
Arnau studiò i suoi compagni: le facce assonnate si distesero in un sorriso. Alcuni si sgranchirono le braccia muovendole avanti e indietro, tenendo la schiena. Arnau ricordò il periodo in cui lui dava loro da bere, quando se li vedeva passare davanti, curvi, i denti stretti, carichi di quei macigni enormi. Ci sarebbe mai riuscito anche lui? La paura gli attanagliò i muscoli; volle imitare i bastaixos e cominciò a sgranchirsi come facevano loro.
"La tua prima volta", si congratulò Ramon, ma Arnau non disse niente e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. Il bastaix socchiuse gli occhi. "Non ti preoccupare ragazzo", aggiunse posandogli il braccio sulla spalla e spronandolo a seguire il gruppo, che si era già messo in movimento, "pensa che quando porti le pietre per la Madonna, parte del peso lo sorregge Lei."
Arnau alzò gli occhi verso Ramon.
"E' vero", insistette il bastaix sorridendo. "Oggi lo capirai da te."

IL LIBRO
Un bellissimo romanzo storico che ha per sfondo la costruzione di una cattedrale di Barcellona. I personaggi raffigurano un po' tutta l'umanità: crudeli, arroganti, violenti, umili, obbedienti, responsabili, creativi... E la cattedrale è costruita e difesa dal popolo per amore della Madonna, a cui ci si rivolge nei momenti di bisogno. Lei risponde sempre, sorprendendo chi a Lei si rivolge. Gli avvenimenti storici sono ben documentati, gli intrecci perfettamente costruiti. Certo è un aspetto molto particolare del periodo, le leggi di cui si parla non erano sempre applicate nello stesso modo, alcuni aspetti della vita della Chiesa erano particolari e, come detto nel libro, contrari alla volontà del Papa. Certo il potere temporale si mischiava a quello spirituale e, come in ogni epoca, non tutti i cristiani erano santi. Lo sguardo è, però, positivo e pieno di speranza. Certamente la cattedrale resiste nel tempo.

DOMANDA
"Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?"
don Julian Carron, parafrasando Dostoevskij

Un Cristo come fatto storico lontano può essere letto come una pagina di letteratura bella, può dare un input momentaneo, può generare emozione, può destare nostalgia, ma ora, con questi muscoli che non tengono, con questa stanchezza, con questa facilità alla malinconia, con questo masochismo strano che la vita di oggi tende a favorire o con questa indifferenza e questo cinismo che la vita di oggi rende, come rimedio, necessario per non subire una fatica eccessiva e non voluta, come si fa ad accettare sè e gli altri in nome di un discorso?
Don Giussani, Qui e ora.
Se il cristianesimo è soltanto un fatto storico del passato o un discorso, allora non posso abbracciare ora la mia umanità e il mio limite. Se Lui non è Presenza, se non ha vinto la morte, se non è risorto, e perciò se non è il dominatore della storia, se non è il Signore del tempo e dello spazio, se non è mio ora, come lo fu di Andrea e Giovanni duemila anni fa, io torno a essere niente. Perchè, come abbiamo visto, non si può rimanere nell'amore a se stessi senza che Cristo sia una presenza come è una presenza una madre per il bambino.

don Julian Carron

1 commento:

palmy ha detto...

Bellissimo il libro che ho letto tempo fa. Ora ho comprato La mano di Fatima dello stesso autore, ma non l'ho ancora iniziato. Azzeccato l'accoppiamento con Carròn. Magari con un post ti risponderò su quello che mi ha colpito del libro, non amo scrivere commenti lunghi ;-)