venerdì 12 giugno 2009

A PROPOSITO DI LIBRI

SHAKESPEARE SCRIVEVA PER I SOLDI, Nick Hornby, Guanda editore.
Frau Paul dà alla luce un bambino molto malato proprio durante la costruzione del Muro; una mattina, al risveglio, scopre che il Muro la divide dall'unico ospedale in grado di aiutare il figlio: I dottori, senza il permesso della madre, lo portano di nascosto dall'altra parte e lui vivrà in ospedale per cinque anni.
A Frau Paul vengono concessi solo sporadici permessi di andare a trovare il bambino e lei e il marito prendono la decisione, forse non innaturale, di tentare la fuga a Berlino Ovest. I loro progetti vengono scoperti: Frau Paul rifiuta un patteggiamento che metterebbe in pericolo un giovane dell'Ovest che ha aiutato loro e altri. Così la donna va in prigione. Suo figlio, quando finalmente lo lasciano tornare a casa, ha cinque anni. (E' interessante, fra l'altro, che i personaggi centrali delle Vite degli altri non abbiano figli. Ho l'impressione che i figli tendano a limitare la gamma di scelte morali.

(Commentando il libro c'era una volta la DDR di Anna Funder)

Comunque , viva la narrativa! Abbasso i fatti! I fatti van bene per gli ottusi, per i conformisti, per i vecchi! Non scoprirete mai niente del mondo, con i fatti! Però magari darò un'occhiatina a questa biografia di Brian Clough che mi hanno appena mandato. Il calcio non conta, giusto?

Il problema della lettura è che non si finisce mai. L'altro giorno ero in una libreria a sfogliare un volume che si intitolava più o meno I 1001 libri che leggerei prima di morire (e, senza far nomi, devo dire che il compito imposto dal titolo è impossibile per definizione, visto che almeno quattrocento dei libri indicati ucciderebbero comunque), ma da lettura nasce lettura - e proprio questo è il punto, no? - e uno che non devia mai da un elenco prestabilito di libri è già intellettualmente morto.
IL LIBRO
Lo stile è suo: piacevolmente ironico, diretto e mai banale. Di Nick Hornby mi piace il fatto che sia uno normale, non fa parte della cerchia degli intellettuali o dei pluripremiati, quando può segue dei gruppi musicali che conosce solo lui, va al pub o allo stadio. E' preoccupato del futuro dei suoi figli, potrebbe evadere dalla realtà in qualche paradiso fiscale ma non lo fa. E' facile pensare che chiunque possa scrivere come lui. E invece la semplicità non è semplice, si rischia di essere naif (e credo che in Come diventare buoni ci sia arrivato molto vicino), noiosi e scontati. Resto fiduciosamente in attesa del suo prossimo romanzo, potrebbe essere davvero grande.

P.S. I testi originali degli articoli si trovano nella versione on line della rivista The Believer (http://www.believermag.com/)

Se i professori hanno oggi come principio quello di affrontare un'opera come se si trattasse di un problema di ricerca per il quale ogni risposta è buona a condizione che non sia evidente, temo che gli studenti non scopriranno mail il piacere di leggere un romanzo.


Flannery O'Connor

2 commenti:

luly ha detto...

Viva i libri, viva queste pagine di vita vissuta e non, viva tutto quello che i libri riescono ad evocare, costruire, far immaginare, suggerire.......

Annarita ha detto...

Ciao carissima, passare da te è sempre un aggiornamento concreto. Lo sai ormai che poesia e letteratura sono dimensioni in cui amo tuffarmi.

A proposito, ho pubblicato un breve componimento poetico risalente ai miei quattordici anni.

Sai che tengo molto al tuo parere.

Un caro saluto
annarita