mercoledì 8 aprile 2009

IMPOSSIBILE SPERANZA


LA PIOGGIA PRIMA CHE CADA, Jonathan Coe, Feltrinelli

Il telefono squillò di nuovo. Il display della chiamata le disse che questa volta era Catharine. Gill aspettò, aspettò ancora qualche secondo prima di alzare la cornetta e in quell'istante protratto sentì la promessa di rivelazione avvizzire, evaporare, svanire: rimase a guardare, impotente, mentre sgusciava via per sempre dalle dita prensile della sua mente. Ancora prima di sentire le parole balbettanti di sua figlia, capì che era troppo tardi. Il disegno che stava cercando era scomparso. Peggio ancora, non era mai esistito. Come avrebbe potuto? Quello in cui aveva sperato era un'invenzione, un sogno, una cosa impossibile: come la pioggia prima che cada.

IL LIBRO.

La perfezione della parola scritta. E' uno dei miei autori preferiti proprio per il modo con cui racconta la quotidianità dell'epoca che anch'io condivido. Anche Nick Hornby ammette che è proprio bravo. In questo libro però il bersaglio è mancato. Personalmente io non salverei nessuno dei personaggi e non riesco ad immedesimarmi in nessuno di essi. Nelle grandi librerie inglesi c'è sempre una sezione dedicata alla letteratura gay e ho sempre pensato che ciò fosse discriminante perchè la letteratura è letteratura. E' come mettere Dante nella sezione cristiani o Romeo e Giulietta nella sezione amori etero. In questo libro la protagonista è omosessuale (già la vedo col volto di Judy Dench in un possibile film) e, indipendentemente dalle mie opinioni, non riesco a farmi prendere dalla storia che avrebbe potuto essere una bellissima saga familiare. E' un'empatia che non provo. Manca inoltre il tipico humour inglese e il senso del tragico non riesce ad affiorare.



Dall'eciclica Spe Salvi:
In questo senso è vero che chi non conosce Dio, pur potendo avere molteplici speranze, in fondo è senza speranza, senza la grande speranza che sorregge tutta la vita (cfr Ef 2,12). La vera, grande speranza dell'uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere solo Dio – il Dio che ci ha amati e ci ama tuttora « sino alla fine », « fino al pieno compimento » (cfr Gv 13,1 e 19, 30). Chi viene toccato dall'amore comincia a intuire che cosa propriamente sarebbe « vita ». Comincia a intuire che cosa vuole dire la parola di speranza che abbiamo incontrato nel rito del Battesimo: dalla fede aspetto la « vita eterna » – la vita vera che, interamente e senza minacce, in tutta la sua pienezza è semplicemente vita. Gesù che di sé ha detto di essere venuto perché noi abbiamo la vita e l'abbiamo in pienezza, in abbondanza (cfr Gv 10,10), ci ha anche spiegato che cosa significhi « vita »: « Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo » (Gv 17,3). La vita nel senso vero non la si ha in sé da soli e neppure solo da sé: essa è una relazione. E la vita nella sua totalità è relazione con Colui che è la sorgente della vita. Se siamo in relazione con Colui che non muore, che è la Vita stessa e lo stesso Amore, allora siamo nella vita. Allora "viviamo".

Benedetto XVI
(Claudio Romani foto)



2 commenti:

Pupanna ha detto...

la pienezza della vita è una tensione, una speranza, una domanda in virtù di un'esperienza in itinere ...

Annarita ha detto...

Jonathan Coe è un autore che apprezzo molto, ma non ho letto ancora "La pioggia prima che cada". Dico "ancora" perché la tua recensione mi ha incuriosito e appena potrò soddisferò questa curiosità.

Colgo l'occasione per augurarti una Buona Pasqua.
annarita